
VINO Alla scuola enologica, nella serata degli auguri natalizi dell’Onav di Cuneo, si è sfatato il mito del Moscato come vino da consumare subito. Di fatto è un vino eccellente pochi mesi dopo la vendemmia, ma può essere ottimo anche dopo anni di evoluzione in bottiglia. Nella serata Onav sono stati degustati vini Moscato di annate diverse: 2017, 2016, 2015, 2012, 2010, 2007 e 2001.
Come evolve il Moscato in bottiglia? Nel corso della serata si sono potuti seguire, sul piano organolettico, i cambiamenti nel corso di 15 anni di conservazione. Se il Moscato nuovo ricorda profumi fruttato-fiorali (tiglio, acacia, miele, arancio e gelsomino), dopo solo un anno di bottiglia iniziano a formarsi aromi fruttati del tipo pesca, albicocca, mela, susina. Con il tempo il Moscato acquisisce note che ricordano la frutta matura e la marmellata in genere ed evolvendo ancora si arriva alla classica confettura di fichi e all’insolito aroma che ricorda la caramella rossa. Per l’Asti 2001 Fontanafredda alcuni onavisti hanno evidenziato che ricordava, piacevolmente, uno Zibibbo passito siciliano. I 4 vini Moscato d’Asti vecchi (teniamo conto che non si parla di un Barolo o di un Amarone) hanno sorpreso tutti per i piacevoli, e insoliti, caratteri organolettici.
Lorenzo Tablino
