Meno Barolo in arrivo sul mercato con l’anno nuovo

Meno Barolo in arrivo sul mercato con l'anno nuovo

VINI Dal primo gennaio possono andare sul mercato le nuove annate dei grandi vini Docg di Langa: il 2015 per il Barbaresco e il 2014 per il Barolo. Due facce nuove di quelle identità che il mondo degli appassionati di vino conosce bene.

Barbaresco Docg 2015. In Langa, il 2015 è ricordato come un millesimo di eccellenza qualitativa. Così è nel Barbaresco. Dal punto di vista climatico l’inverno è stato mediamente freddo e scarsamente nevoso: le piogge sono state più frequenti delle nevicate. Solo l’inizio di gennaio ha segnato temperature ben sotto lo zero. Molto piovosa è stata la primavera, soprattutto nel primo mese e mezzo. Tra fine maggio e inizio giugno il caldo ha portato situazioni più propizie, stimolando la crescita delle piante e il loro sviluppo vegetativo. Il caldo vero è iniziato a metà giugno e si è protratto fino al 9-10 agosto: circa 50 giorni di caldo, anche di afa, e senza significative precipitazioni. Poi, finalmente sono cadute alcune piogge, che hanno migliorato la situazione, favorendo la maturazione delle uve. Il germogliamento è iniziato in leggero ritardo, mentre la fioritura e l’allegagione sono avvenute in tempi normali. Grazie al clima migliore e alla disponibilità di acqua nel terreno, la vite ha recuperato il tempo perso. L’invaiatura è avvenuta in epoca normale e così la vendemmia, che si è svolta tra il 25 settembre e il 10 ottobre.

Per quanto riguarda i caratteri, il Barbaresco 2015 è un vino sontuoso: colori intensi e decisamente giovanili, con prevalenza dei toni rubini e granati; profumi ampi e complessi, dominati dai sentori fruttati e fragranti, che in prospettiva si completeranno nelle maliziose note speziate; sapori pieni, robusti e compatti, propensi a una spiccata longevità. La proverbiale eleganza del Barbaresco è ancora in lenta elaborazione, ma nel tempo sarà protagonista. Nel 2015, il potenziale viticolo del nebbiolo da Barbaresco era di 738 ettari e la produzione effettiva è stata di 4.652.400 bottiglie, circa 300mila in più del 2014.

Barolo Docg 2014. La maggior parte delle zone vitivinicole italiane ha subito nel 2014 un clima discontinuo e freddo, con risultati spesso negativi. Ben diversa è stata la situazione del Piemonte: la sua particolare collocazione geografica, protetta su tre lati da montagne, ha difeso la regione dalle negative condizioni atmosferiche di origine atlantica. Inoltre, l’area albese ha beneficiato di un clima ancora più favorevole rispetto al resto del Piemonte. Nel 2014, nella zona del Barolo, come sta capitando da tempo, l’inverno è stato piuttosto mite e la primavera non ha portato la solita capricciosità climatica, limitando le precipitazioni in periodi ben definiti, lontani comunque dalla fioritura e allegagione, che si sono svolte con regolarità.

L’estate è stata discontinua, con frequenti alternanze tra brevi periodi caldi e fastidiosi temporali che, se hanno portato disponibilità idrica nel suolo, hanno anche provocato riduzione di calore. Il cambio di rotta si è verificato a settembre, quando si è instaurato il cosiddetto clima autunnale, caldo di giorno e fresco di notte: la situazione prediletta dal nebbiolo. La vite si è adattata all’andamento climatico e per certi versi lo ha assecondato: se le prime fasi (germogliazione, fioritura e allegagione) sono state precoci, le successive (invaiatura e maturazione) hanno perso tutta la precocità svolgendosi in epoche “canoniche” (vendemmia in ottobre). A proposito della qualità, molto proficua nel 2014 è stata la lentezza del ciclo vegetativo che ha permesso alla vite di maturare i grappoli con il giusto ritmo.

Dal punto di vista organolettico, il Barolo 2014 è ricco di colore, ampio di profumi, di buon impatto sapido e propenso alla longevità. Probabilmente, il carattere più significativo è l’eleganza, che stavolta prende il posto della tradizionale potenza.

Nel 2014, la vigna di nebbiolo da Barolo copriva 2.067 ettari e la produzione effettiva è stata di 12.741.467 bottiglie, oltre 1 milione e 200mila pezzi in meno rispetto all’anno precedente.

Giancarlo Montaldo

 

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