Ultime notizie

Marta Giovannini, la prima donna albese in corsa per il Senato

Marta Giovannini, la prima donna albese in corsa per il Senato 2

ELEZIONI  Marta Giovannini, classe 1968, è l’albese candidata al Senato per il centro-sinistra, tra le file del Pd, nel collegio uninominale della provincia di Cuneo. Avvocato, moglie e mamma di Caterina, Giovannini è la prima donna proveniente dalla zona di Langhe e Roero in lizza per palazzo Madama. L’abbiamo incontrata per capire il suo programma.

Qual è la sua posizione sull’immigrazione e sulle modalità di accoglienza da parte dell’Italia?
«Il fenomeno dell’immigrazione va governato, non subìto o cavalcato per scopi elettorali. Il trattato di Dublino, che prevede che lo straniero rimanga nello Stato in cui è arrivato, va cambiato. Bisogna impedire, inoltre, il business del traffico umano e fare in modo che chi arriva qui, esattamente come gli italiani, rispetti le regole della convivenza civile».

Quali sono le sue proposte per sostenere i precari e per creare nuovi impieghi?
«Nonostante la situazione si sia sbloccata grazie alle riforme, resta prioritario creare più posti di lavoro attraverso nuovi incentivi. Fondamentale, inoltre, una crescita delle retribuzioni con un salario minimo garantito. L’Italia è il Paese dell’arte, della cultura e del turismo e si deve investire in questi settori strategici anche per creare nuovi posti di lavoro».

Cosa fare, invece, per sostenere i giovani che faticano a trovare un impiego?
«È necessario che la scuola e il lavoro non siano più due mondi separati. La scuola deve garantire a tutti un buon livello di istruzione e la possibilità di seguire le proprie inclinazioni, ma è importante che ci sia una programmazione verso le professionalità più richieste».

E le pensioni?
«Il sistema pensionistico deve basarsi sulla solidarietà fra generazioni ma sappiamo che, in passato, non è stato sempre così. Dobbiamo prima di tutto far sì che i conti tornino ma dobbiamo prevedere mansioni più leggere per chi ha un’età elevata e la possibilità di smettere di lavorare a 63 anni, seppure con una pensione ridotta».

Quali sono le proposte a sostegno delle famiglie?
«Come avvocato, mi occupo da 20 anni di famiglie e dal 2016 faccio parte dell’Osservatorio nazionale. La bassa natalità è un problema grave. La nostra proposta è quella di applicare una detrazione di 240 euro per figlio fino a 18 anni e di 80 euro da 18 a 26 anni. Bisogna introdurre un contributo di 400 euro al mese a figlio fino ai tre anni in modo da coprire le spese di asilo nido e baby sitter per aiutare l’occupazione femminile: la maternità non deve compromettere la carriera».

Alessia M. Alloesio

Banner Gazzetta d'Alba