Nocciole: combattere la cimice per difendere la qualità

Nocciole: combattere la cimice per difendere la qualità

CHERASCO Forse, la parola più usata nel convegno di sabato scorso a Cherasco è stata qualità, e non solo perché era presente fin dal titolo (“La qualità nella trasformazione della nocciola”). L’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero ha detto che in Piemonte «siamo condannati a fare qualità, come accade con il vino». L’europarlamentare Alberto Cirio ha invece paragonato la nocciola al Barolo, affermando: «Non importa se si piantano nocciole ovunque. L’importante è avere la nostra qualità. Se la Ferrero incentiva gli impianti in Italia non è un problema. Il nostro mercato è diverso».

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Poi è toccato ai tecnici ricordare che la qualità nasce sul campo con una corretta gestione degli impianti e va preservata dopo la raccolta, con essiccazione e conservazione adeguate, come ha spiegato Roberto Botta, del dipartimento di scienze agrarie, forestali e alimentari (Disafa) dell’Università di Torino.
Ma la qualità oggi deve fare i conti con un nemico ben preciso, la cimice asiatica, che da alcuni anni sta creando non pochi problemi ai corilicoltori. Arrivata in Europa nel 2004, come ha ricordato Luciana Tavella (Disafa dell’Università di Torino), ha iniziato a fare danni nel 2012 sul pero in Emilia e nel 2013 sul pesco nel Cuneese. «Il Piemonte è tra le aree più favorevoli allo sviluppo della cimice asiatica. È la specie più aggressiva e muore solo se viene colpita direttamente. Per questo è molto importante il monitoraggio per capire qual è il momento migliore per intervenire con i trattamenti», ha spiegato Tavella. La ricercatrice universitaria ha anche annunciato che nel 2018, grazie al contributo della Ferrero, sono state installate 230 trappole nei noccioleti, la maggior parte delle quali nel basso Piemonte: 80 in provincia di Cuneo, 50 in quella di Asti e 50 in quella di Alessandria. Tavella ha anche ricordato che per ora l’unico controllo possibile è quello chimico; pertanto è importante colpire la cimice senza danneggiare il noccioleto.

Un dato eloquente sull’incremento della presenza della cimice lo ha fornito Vincenzo Serratore, delegato allo sviluppo della Sipcam. L’azienda, testando i propri prodotti su noccioleti a Guarene, ha verificato che, negli impianti non trattati, nel 2016 la percentuale di cimiciato era del 20 per cento, mentre nel 2017 è salita all’80 per cento. «Serve un approccio integrato tra la difesa chimica e altri mezzi, come la difesa biologica», ha aggiunto Serratore.

Da tempo si parla di introdurre in Italia insetti che possano fungere da antagonisti naturali della cimice, ma, trattandosi di specie non autoctone, servono autorizzazioni dallo Stato. Il senatore Mino Taricco ha annunciato che il Consiglio dei ministri ha dato il via al decreto che consente l’importazione dei parassiti nemici della cimice.

Un altro dei temi ricorrenti del convegno è stato quello del valore delle nocciole, perché il prezzo dipende, oltre che dalla qualità del prodotto, anche da un mercato sempre più globalizzato. Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo, sodalizio organizzatore del convegno assieme ad Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, ha ribadito che quello corilicolo «non è più un settore secondario della nostra economia, ma è sempre più strategico», mentre l’europarlamentare Cirio ha ricordato che in Piemonte gli ettari di noccioleti superano quelli di tutti gli altri tipi di frutta.

Il presidente di Ascopiemonte Piero Bertone ha aggiunto: «È fondamentale rimanere uniti. Solo con volumi importanti si può dialogare con l’industria e solo con la qualità si può vendere bene il prodotto». Lodovico Cogno, presidente di Asprocor, ha puntato sulla difesa delle zone più vocate: «Nella globalizzazione è necessario distinguersi con la qualità. Serve la varietà giusta nel territorio giusto e si deve avere un occhio di riguardo per queste zone. Non si deve separare il prodotto dal territorio». A questo proposito l’assessore Ferrero ha sottolineato che, per difendere l’area storica di produzione, il Psr finanzia solo gli impianti nelle zone collinari, mentre Cirio ha ricordato che entro fine anno sarà possibile inserire la dicitura “Delle Langhe” sulle etichette delle nocciole Igp.

Corrado Olocco

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