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I collezionisti delle etichette da vino chiedono il supporto dei produttori

Le etichette del vino? Una forma di cultura 1

BAROLO Non sedersi sugli allori. È l’imperativo dell’Aicev (Associazione italiana dei collezionisti di etichette del vino) che, dopo la riuscita riunione annuale, svoltasi a maggio al castello Falletti, guarda già al futuro e ai nuovi eventi da organizzare, come spiega il presidente Franco Mantello. «Speriamo di poter organizzare delle iniziative nelle Langhe che valorizzino le etichette di vino come forma d’arte, a partire da Barolo dove c’è un museo che deve diventare un punto di riferimento. Si potrebbe pensare, per esempio, di allestire delle mostre, sfruttando le collezioni o la nostra esperienza nel settore. Non bisogna perdere tempo e far scemare l’entusiasmo, anche per poter trovare nuovi soci», afferma Mantello.

Il punto principale riguarda, però, proprio le etichette delle bottiglie. Ed è ancora il presidente dei collezionisti italiani a lanciare un appello: «Chiedo alle cantine e ai produttori della zona di aiutarci nella nostra passione e di regalarci delle etichette. Per noi rappresentano una risorsa e per loro possono diventare un’occasione di farsi pubblicità, visto che abbiamo anche scambi e contatti all’estero».
Per ora tra le regioni che hanno risposto in maniera più pronta alla richiesta dei collezionisti ci sono il Trentino e il Veneto, mentre il Piemonte non si è mostrato particolarmente ricettivo.

L’associazione, che conta su un centinaio di iscritti, tra l’Italia e l’estero, non vuole comunque stare ferma. È già in programma un incontro con i colleghi francesi, che si terrà a Torino o a Lione, e il sodalizio si è già messo al lavoro per organizzare il raduno nazionale 2019. Le due sedi in ballottaggio sono, per ora, Firenze e Caserta.

Daniele Vaira

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