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Attacchi alla stampa, i giornalisti in piazza a Torino

Attacchi alla stampa, i giornalisti in piazza a Torino

STAMPA “Viva la libertà”: sta tutto nelle parole del partigiano e giornalista Bruno Segre, cento anni compiuti a settembre, il senso del presidio #GiùLeManiDallInformazione svoltosi questa mattina a Torino in piazza Castello, davanti alla Prefettura.

Sono rare le occasioni in cui i giornalisti scendono in piazza ma in questi mesi gli attacchi alla categoria sono diventati sempre più violenti: nei giorni scorsi siamo stati definiti «infimi sciacalli» dal vicepremier Luigi Di Maio e «puttane» e «pennivendoli» dall’esponente del Movimento 5 stelle Alessandro Di Battista. Termini inaccettabili, che hanno spinto la categoria a manifestare a difesa dell’articolo 21 della Costituzione e dei valori fondamentali della democrazia italiana; i 150 giornalisti presenti hanno dato vita al sit-in in un clima di unità e armonia.

Al presidio promosso dalla Federazione nazionale della stampa italiana, cui ha aderito il Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, sono intervenuti Stefano Tallia, segretario dell’associazione Stampa subalpina, Alberto Sinigaglia, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Piemonte, il rettore dell’Università di Torino Gianmaria Ajani e l’assessore regionale ai diritti civili e pari opportunità Monica Cerutti.

Al termine del sit-in una delegazione di giornalisti ha incontrato il prefetto Claudio Palomba.

Ieri erano arrivate anche parole di vicinanza dal presidente della Repubblica: «La libertà di stampa ha grande valore», ha detto Sergio Mattarella durante un incontro con un gruppo di studenti al Quirinale. «Al mattino leggo i giornali: notizie e commenti, quelli che condivido e quelli che non condivido e forse questi secondi per me sono ancora più importanti. Perché è importante conoscere il parere degli altri, le loro valutazioni. Quelli che condivido sono interessanti, naturalmente e mi stanno a cuore; ma quelli che non condivido sono per me uno strumento su cui riflettere. E per questo ha un grande valore la libertà di stampa, perché, anche leggere cose che non si condividono, anche se si ritengono sbagliate, consente e aiuta a riflettere», ha affermato il capo dello Stato.

Adriana Riccomagno

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