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Roero e Arneis, c’è il via libera ai 153 toponimi

Roero e Arneis, c’è il via libera ai 153 toponimi

VINI Ci sono delle date nella vita delle persone che vanno ricordate e non riguardano solo le tappe salienti dell’esistenza. Sono spesso avvenimenti che segnano il cammino. Così è nel percorso di tanti prodotti, aziende, storie, istituzioni. Lo è anche nei vini. Nel caso dei due prodotti (il Roero e il Roero Arneis) che accompagnano lo sviluppo della zona alla sinistra del Tanaro, ci sono stati alcuni passi significativi, come il 1985 quando il Roero vino rosso è divenuto Doc e il 1989 quando lo stesso traguardo è stato raggiunto anche dal Roero Arneis. Poi c’è stato il 2004 quando tutti e due sono diventati vini Docg.

La vendemmia 2018 segnerà senza dubbio un’altra tappa significativa. È infatti entrata globalmente in vigore l’ultima modifica del disciplinare di produzione della denominazione con alcune importanti novità. Quella più eclatante è senz’altro l’ufficializzazione delle cosiddette indicazioni geografiche aggiuntive, che permetteranno d’ora in poi ai produttori di segnalare in etichetta l’origine più precisa del loro vino, sia esso il Roero Arneis come il Roero.

È una materia con la quale si sono già confrontati altri vini della nostra zona (Barolo, Barbaresco, Diano) e altri si stanno cimentando (Dogliani). Il tassello del Roero è di quelli importanti, visto che globalmente le indicazioni segnalate in disciplinare – e quindi ufficiali – sono 153, delle quali 18 fanno riferimento ai nomi dei Comuni (manca Castellinaldo che da tempo ha optato per l’abbinamento con la Barbera d’Alba) e 135 si riferiscono a nomi e indicazioni tradizionali o toponomastiche e hanno dimensione inferiore al territorio comunale. Guarda la mappa sul sito del Consorzio di tutela del Roero.

Altra novità importante è il riconoscimento della tipologia Roero Arneis Riserva, che permetterà di accompagnare al Roero Arneis d’annata, fresco e assai fragrante, anche un tipo più strutturato, maturato eventualmente in legno e affinato più a lungo. Inciderà il periodo di maturazione del vino, che sarà di quattro mesi per la tipologia di base (Arneis) con menzione geografica e di 16 per l’Arneis riserva. Ogni volta tale periodo è calcolato dal 1° novembre dopo la vendemmia La novità è piuttosto significativa soprattutto in chiave di mercato estero, dove la capacità del vino di resistere al tempo è un requisito assai apprezzato, che contribuisce a rafforzare l’immagine qualitativa del prodotto nella sua globalità.

In chiave sempre di Roero Arneis, il consorzio per la tutela di tale denominazione ha deciso di aprire anche a una novità di non facile attuazione, ovvero la possibilità di escludere il riferimento al vitigno (Arneis) anche sul vino bianco. Per ora si tratta di una possibilità che ogni produttore potrà decidere di percorrere o meno, dal momento che l’articolato del disciplinare detta «Roero o Roero Arneis». Anche questa potrebbe essere un’apertura utile soprattutto sulla via dell’export, dal momento che in Italia il termine Arneis è un forte elemento di caratterizzazione e non sarà facile abbandonarlo.

Giancarlo Montaldo

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