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Granda protagonista nel convegno internazionale di cardiologia di Torino

Prestigioso incarico per Musumeci nella società europea di cardiologia interventistica

CARDIOLOGIA Prende il via oggi al Lingotto di Torino, e si concluderà sabato 19, “Change in Cardiology”, convegno che riunisce i più autorevoli cardiologi italiani e internazionali. Un appuntamento in cui forte si sente la presenza cuneese: “La cardiologia cambia, come ogni medicina, non è statica e la teoria e le possibilità di intervento sono in continua evoluzione. Per questa ragione, vogliamo mettere a confronto le scuole di pensiero e i diversi approcci, riunendo in un grande convegno i luminari della disciplina, provenienti dall’America e dall’Europa. Change in Cardiology vuole segnare un cambiamento nel modo di fare formazione coinvolgendo i tanti professionisti che intervengono sempre più da settori diversi e che diventano figure chiave nel trattamento del paziente”, afferma Giuseppe Musumeci, direttore della Cardiologia dell’Azienda Ospedaliera Santa Croce e Carle di Cuneo, direttore del congresso insieme a Ferdinando Varbella, primario a Rivoli. Il “caso Cuneo” è particolarmente riconosciuto nel panorama nazionale in quanto a due anni dall’insediamento di Musumeci le liste d’attesa per una prima visita cardiologica sono passate da 150 giorni – cioè cinque mesi – a otto giorni.

Nella tre giorni torinese saranno discusse le ultime scoperte nell’ambito della cardiologia interventistica e generale. In questo senso l’Italia è il primo paese in Europa per trattamento efficace dell’infarto miocardico acuto e una delle principali novità ad apertura del convegno verterà infatti sul tema, decisivo per la riduzione della mortalità del 20-25% che si è registrata negli ultimi vent’anni. Per l’infarto miocardico acuto trent’anni fa morivano il 30% dei pazienti in ospedale mentre oggi solo il 4%. “La riduzione della mortalità intraospedaliera è stata legata soprattutto al trattamento dell’infarto con l’angioplastica coronarica. Nel nostro Paese si eseguono circa 600 interventi di angioplastica primaria per milione di abitanti, il valore definito ideale, che in Europa raggiunge solo la Germania. Il che pone l’Italia ai vertici assoluti”, commenta Musumeci. Oggi quindi dei 750 circa pazienti per milione di abitanti colpiti da infarto la stragrande maggioranza sono trattati con l’angioplastica primaria a cui si affianca una terapia medica sempre più innovativa ed importante.

Il convegno è patrocinato da Associazione Nazionale Medici Cardiologici Ospedalieri (Anmco), Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise), Associazione Italiana Aritmologia e Cardiostimolazione (Aiac), Fondazione per la Ricerca e l’Innovazione in Cardiologia e Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Cuneo.

Adriana Riccomagno

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