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Scopriamo il significato del termine piemontese “Polenton” (pronuncia: pulentun)

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Polenton (pronuncia: pulentun): Persona lenta e fiacca; gran mangiatore di polenta; epiteto con cui gli italiani del Mezzogiorno chiamano gli abitanti del Nord.

Oggi parliamo di un termine che equivale ad un epiteto – con una connotazione spregiativa e talvolta scherzosa – utilizzato dagli abitanti dell’Italia meridionale per indicare gli abitanti del Nord, quindi anche i piemontesi. Polenton (polentone), non è soltanto un casuale termine campanilistico, ma racconta molto più di quanto si pensi, sebbene in prima istanza possa sembrare offensivo.

Letteralmente significa mangiatore di polenta, piatto storicamente diffuso nella cucina povera dell’Italia settentrionale. La polenta, sin dai tempi più remoti, rappresenta l’alimento basilare tra le popolazioni del Nord Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto ecc.). Per i ceti più poveri comportava conseguenze negative sulla salute di molti soggetti spesso vittime della pellagra, sebbene gli stessi abbiano scampato tante carestie alimentari, proprio grazie alla polenta.

Ora cerchiamo di cucinarla nel modo più succulento possibile, utilizzando la pregiata faȓin-a ‘d meȓia d’eut fiȓe (farina di meliga di tipo ottofile) e condita con i più raffinati intingoli – carni, formaggi, funghi, bagna dȓ’infarn. Ma il motto da pronunciare per convincersi di non ingrassare: polenta bonassa, con ch’a tȓeuva a làssa (la buona polenta… come ti trova, ti lascia). In effetti, non è la polenta a far ingrassare, bensì ciò che gli si mette insieme.

Per fare una buona polenta bisogna avere tempo e pazienza, non è affatto immediata: sarà per questo che polenton è anche un modo per indicare qualcuno di non troppo tempestivo nelle sue azioni?

Polenton come stereotipo linguistico, ha assunto quindi un significato spregiativo e sta ad indicare una persona zotica, villana. Bisogna però confessare che in contrapposizione vi è anche un termine inequivocabile con cui gli italiani del Nord hanno ribattezzato gli abitanti del Sud: taron/teron. Ma anche questo non nasce come un’offesa: storicamente indicava le classi soggette alla servitù della gleba, ossia le persone legate alla terra.

Ambedue le parole, Teron e Polenton, hanno connotazioni antietniche, tese a rimarcare una asserita inferiorità etnica e culturale, spesso usate impropriamente e talvolta simpaticamente.

Paolo Tibaldi

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