Veglio: “Un pronto soccorso senza sale operatorie, ad Alba, non sarebbe utile”

Saitta: riprenderemo a investire e ad assumere

ALBA Il collettivo Mononoke, che raggruppa ragazzi con posizioni antifasciste e anti razziste, protagonista della pacifica occupazione del sottopassaggio della stazione di Alba, nel 2015, lancia una protesta con oggetto l’ospedale di Verduno.

A fine gennaio il Collettivo ha lanciato l’allarme per la soppressione del pronto soccorso nella città di Alba, annunciata da Gazzetta dal 2015 e prevista in concomitanza con l’apertura dell’ospedale. Nonostante l’allarme lanciato da Gazzetta solo ora i cittadini albesi stanno capendo la portata del previsto trasferimento che aprirà la discussione sul futuro del San Lazzaro e di un intera zona.

Il collettivo spiega: «Vorremmo aprire, pubblicamente, un dialogo col direttore dell’Asl Cn2, Massimo Veglio. Ci viene chiesto come gli anziani e chi non possiede un mezzo di trasporto potranno raggiungere l’ospedale, in che tempi e con che costi; quali sono i tempi di realizzazione delle infrastrutture e quali saranno i vettori, pubblici e privati, che collegheranno Alba e Bra con Verduno? Alcune persone vogliono essere rassicurate sul fatto che all’atto dell’inaugurazione l’ospedale funzionerà a pieno regime, senza lasciare reparti, se non quelli necessari, nelle vecchie sedi; ci viene chiesto, ancora, se questo trasferimento nella nuova sede di Verduno velocizzerà i tempi d’attesa, quindi se corrisponderà a un miglioramento in termini di servizi offerti agli utenti. Alcune persone esprimono preoccupazione per il fatto che la distanza, da Alba e Bra, possa comportare, nei casi delle patologie più serie e il cui intervento deve essere immediato (ictus, infarti) un serio problema. Per quanto riguarda i lavoratori, poi, alcuni ci domandano delle rassicurazioni per quanto riguarda le condizioni lavorative, in particolare rispetto all’aumento del numero di reperibilità al mese. Infine, diversi albesi ci chiedono che cosa accadrà all’immobile che ospita l’ospedale di Alba: sarà venduto? sarà riconvertito, in parte, ad attività sociali? Qual è il coinvolgimento dell’amministrazione albese in questo processo? Crediamo che la sanità sia un bene comune da salvaguardare. Crediamo, quindi, sia importante che a ciascuna di queste domande venga data una risposta».

LE RISPOSTE

Il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio ha immediatamente risposto sulla pagina Facebook del collettivo Mononoke dichiarandosi disposto a un incontro con i ragazzi. In attesa del faccia a faccia abbiamo chiesto al direttore generale di fare un punto sulla situazione dell’ospedale, partendo da quello che è un punto fermo: ad Alba non rimarrà il pronto soccorso.

«Un pronto soccorso senza sale operatorie o laboratori è fine a sé stesso e non avrebbe alcuna utilità, per questo si è scelto di non mantenere un pronto soccorso ad Alba dopo il trasferimento nel nuovo ospedale», precisa Veglio che aggiunge: «Ad Alba, nella casa della salute, (vedi box) rimarranno numerosi servizi. Ci saranno il centro prelievi, il centro vaccinazioni, medicina sportiva, la radiologia tradizionale, gli ambulatori, medicina legale per visite patenti, fisioterapia, ma anche lo psicologo, il logopedista, l’odontoiatra, il neurologo, il gastroenterologo, il dietista, l’otorino, le pratiche veterinarie e tutto quello che non ha bisogno di essere ospitato in ospedale».

La Tac e la risonanza magnetica, ma anche gastrologia e colonscopia saranno ospitate invece nell’ospedale di Verduno.

Riguardo ai trasporti pubblici Veglio precisa: «Ci sono stati più incontri con l’assessorato ai trasporti della Regione Piemonte. A regime dovrebbero esserci navette da Alba e da Bra ogni 30-45 minuti, collegate con le stazioni e le piazze dei paesi del Roero e delle Langhe. Mentre prosegue la realizzazione della strada di collegamento tra la Sp7 e l’ospedale, quello della provinciale rimane un nodo irrisolto. La strada dovrà essere adeguata alle esigenze del nuovo nosocomio dagli enti pubblici o dall’Asti-Cuneo, in ogni caso andrà allargata e messa in sicurezza la strada».

Il direttore generale precisa: «Vorrei chiarire che la situazione sarà comunque migliorativa rispetto all’attuale perché far arrivare le ambulanze al San Lazzaro nelle ore di punta con il solo accesso del ponte Albertino è già oggi molto problematico. Sono convinto che l’ospedale di Verduno, in un’ottica di territorio di Langhe e Roero sia maggiormente accessibile rispetto agli attuali Santo Spirito e San Lazzaro».

Veglio aggiunge: «Vorrei tranquillizzare i ragazzi: quando l’ospedale aprirà sarà all’avanguardia e offrirà tutti i servizi necessari, non ci sarà un’apertura a fasi che potrebbe danneggiare gli utenti. L’ospedale aprirà solo quando sarà completato e pienamente operativo».

Sui tempi dell’apertura, Veglio non si sbilancia, per non aggiungere a tante date disattese un’altra aspettativa, ma l’ipotesi più probabile, ascoltati i lavoratori del cantiere è che l’apertura effettiva non possa avvenire prima di ottobre o novembre 2019. Probabile quindi che il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore alla sanità Antonio Saitta che, pur tra ritardi, hanno avuto il grande e indiscutibile merito di sbloccare l’opera, ferma nel 2014 con una sanità piemontese al collasso, decidano di inaugurare l’ospedale a fine marzo, inizio aprile, prima delle elezioni regionali.

Marcello Pasquero

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