Avis, donare il sangue significa salvare vite

Presidenza dell’Avis: Flavio Zunino lascia 3
Il presidente Flavio Zunino durante la sua relazione sull’attività dell’Avis albese nel corso del 2018.

ALBA Sostenere l’Avis di Alba, l’Associazione volontari italiani del sangue, significa dare il proprio contributo a una realtà radicata sul territorio da quasi settant’anni. A oggi sono 2.600 i donatori attivi, grazie ai quali lo scorso anno sono state raccolte 4.413 sacche di sangue: un gesto volontario, anonimo e gratuito, attraverso il quale si possono salvare vite umane.
Per capire che realtà rappresenta oggi l’Avis albese, abbiamo intervistato il neopresidente Giuseppe Ferraro. Già vicepresidente per due mandati, è stato eletto all’unanimità durante il consiglio direttivo del 25 febbraio a seguito delle dimissioni di Flavio Zunino, che ha presieduto l’associazione per ventidue anni. Quarantadue anni, residente ad Alba, Ferraro lavora nell’Ufficio tecnico comunale.
Presidente, che realtà rappresenta oggi l’Avis?
«È un’associazione privata e senza scopo di lucro, che persegue un fine di interesse pubblico: garantire un’adeguata disponibilità di sangue e dei suoi emocomponenti a tutti i pazienti che ne hanno necessità. È una realtà presente su tutto il territorio nazionale, articolata in sedi comunali, provinciali e regionali, legate da uno statuto comune. Si basa sui principi della democrazia, della libera partecipazione sociale e sul volontariato, come elemento insostituibile di solidarietà umana. Ad Alba la sezione dell’Avis è stata istituita il 18 maggio del 1950 ed è cresciuta anno dopo anno: il prossimo 26 giugno festeggeremo il settantesimo anniversario della sua fondazione. I donatori attivi sono suddivisi in 18 gruppi dislocati nei paesi di Langhe e Roero».
Perché è così importante donare il sangue?
«Il sangue umano è un prodotto naturale non riproducibile in modo artificiale e rappresenta una risorsa insostituibile nella terapia di molte malattie. In altre parole, donare il sangue contribuisce a salvare vite, basti pensare a quanti bambini malati possono sopravvivere grazie alle donazioni, così come le persone in gravi condizioni dopo un incidente, senza dimenticare l’utilizzo che se ne fa in chemioterapia e in trapiantologia. Per rispondere alla continua richiesta, è necessario sensibilizzare i cittadini alla donazione volontaria e periodica. È importante precisare che la donazione non comporta alcun rischio per la salute, nel senso che è possibile privarsi in parte di sangue senza che l’organismo ne risenta. In più i donatori, sottoponendosi alle visite e agli esami di rito, hanno la possibilità di controllare il loro stato di salute».
Qual è la procedura da seguire per donare il sangue?
«È semplice: è sufficiente presentarsi ai centri o punti di raccolta più vicini, muniti di tessera sanitaria, documento di identità e codice fiscale. Si tratta di una procedura sicura: l’aspirante donatore viene sottoposto a un’accurata visita medica e a esami di laboratorio per accertarne l’idoneità, oltre a essere informato in modo approfondito sui vari passaggi. In generale possono donare tutte le persone in buono stato di salute, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, con un peso corporeo non inferiore a 50 chili. Nella sede di Alba, in via Margherita di Savoia 10, si può donare tutti i venerdì, oltre a un lunedì e a una domenica di ogni mese. L’orario dei prelievi è dalle 8 alle 11.30. Il calendario delle donazioni si può ritirare in sede o può essere consultato sul sito www.avisalba.it».
Con quali iniziative promozionali l’Avis è presente sul territorio?
«Oltre alla storica marcia Doi pass con coi dl’Avis, giunta all’edizione numero 45 e in programma per il 28 aprile, promuoviamo da anni una campagna di sensibilizzazione nelle scuole superiori della città: l’obiettivo è far comprendere l’importanza di donare il sangue, in modo da raggiungere nuovi donatori e contrastarne la naturale diminuzione per raggiunti limiti di età».

f.p.

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