Luca Bianchini, un romanziere nell’auditorium di Monforte

MONFORTE Una storia sulla ricerca delle proprie origini, una famiglia fuori dagli schemi e una città di confine che da sempre affascina. So che un giorno tornerai è il titolo dell’ultimo libro di Luca Bianchini, edito da Mondadori. Classe 1970, lo scrittore torinese ha pubblicato il suo primo romanzo nel 2003.

Da quel momento non si è più fermato e tra i suoi titoli compaiono Io che amo solo te, La cena di Natale e Nessuno come noi, che nella loro versione cinematografica sono stati interpretati da Riccardo Scamarcio, Laura Chiatti, Alessandro Preziosi. Dal 2007 è una presenza fissa di Radio 2, dove conduce Tiffany. Bianchini sarà a Monforte giovedì 30 maggio, alle 18.45 all’auditorium Horszowski, durante l’Aperitivo con l’autore organizzato dal Comune.

Luca Bianchini, un romanziere nell’auditorium di Monforte
Luca Bianchini, 48 anni, conduce Tiffany su Radio Rai 2 dal 2007.

So che un giorno tornerai è la storia di Angela. La donna vive nella Trieste degli anni ’60, dove si innamora di Pasquale, già sposato, che fugge appena sa di essere padre di Emma. La bimba viene cresciuta nella famiglia materna, tra un nonno nostalgico dell’Austria-Ungheria, una nonna e quattro zii. Libera e anticonformista, Emma si metterà alla ricerca di Pasquale.

Bianchini, che cosa distingue il suo ultimo libro da quelli precedenti?

«Per la prima volta si tratta di una storia vera, conosciuta in un paese della provincia piemontese. Ho cambiato i nomi, trasferito la vicenda a Trieste e viaggiato con la fantasia, fino ad arrivare alla stesura del libro. È un romanzo sull’abbandono, che però viene visto in chiave di commedia, con un pizzico di nostalgia ma anche con ironia. È importante anche il tema delle radici, che rendono unica ogni persona, anche se spesso ce ne dimentichiamo. Come ambientazione, ho scelto Trieste perché è una città di confine, proprio come Torino: posti in cui si capita per scelta».

Che differenza c’è tra un libro ispirato a una storia vera e uno tutto frutto della fantasia?

«Se la storia è vera, si usa più delicatezza. Ma in generale i miei personaggi nascono da qualcosa di reale: mi piace parlare con le persone, ascoltare i loro dialoghi, raccoglierli nella mente e portarli nei miei libri».

Cosa si prova a vedere i propri personaggi sullo schermo del cinema?

«È qualcosa di strano ed emozionate. Per me i film sono i cugini dei miei libri, un legame più alla lunga rispetto a quello dei fratelli. Continuo a ritenere fondamentali i libri, perché ogni lettore può trarre dalle pagine un suo film personale, senza essere vincolato da registi o sceneggiatori».

Ha scelto di essere uno scrittore trasversale, presente in libreria ma anche in radio: è così che devono essere gli scrittori di oggi?

«Ammiro gli scrittori che evitano contatti con altre dimensioni, perché credo che questo abbia un effetto positivo sul loro lavoro. Ma penso che ognuno debba seguire le sue inclinazioni e i suoi desideri: ho scelto la radio perché mi diverte moltissimo».

f.p.

Banner Gazzetta d'Alba