Accoglienza: le cooperative dicono basta ai bandi

Il “contratto” e le fake news sui migranti

IMMIGRAZIONE Di fronte alla logica del “decreto sicurezza”, convertito lo scorso anno in legge, le cooperative sociali hanno deciso di prendere una posizione netta, che esprime tutto il loro disappunto. A Lecce come a Modena, a Roma come a Genova, arrivando in provincia di Cuneo, il mondo del terzo settore ha scelto di disertare le gare d’appalto per la gestione dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), valide per il prossimo biennio.

Il motivo? I nuovi bandi emessi dal Ministero dell’interno tagliano i finanziamenti e riducono in modo marcato una serie di servizi fondamentali, trasformando sempre di più i Cas in dormitori dove vengono garantiti ai migranti vitto e alloggio, ma nulla di più.

Le reazioni non sono mancate, come a Bologna, dove le concessioni esistenti sono state prorogate, in attesa di trovare una soluzione. Ma ci sono anche alcune cooperative lombarde che hanno fatto ricorso al Tar (Tribunale amministrativo regionale) per chiedere la sospensione dei bandi. Mentre in provincia di Parma un gruppo di sindaci si è rivolto al prefetto, preoccupato per le conseguenze che questo sistema di accoglienza improntato sull’isolamento degli stranieri porterà nei diversi territori.

Francesca Pinaffo

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