SAINT JACQUES (AOSTA) «Quando diciamo che il cristianesimo è una spiritualità, intendiamo proprio questo: intravedere delle vette altissime da scalare sarà fatica, esigerà impegno, ma la bellezza della vetta ci affascina. Non ho mai trovato un giovane che ricordava la fatica a salire sul Monte Rosa, invece ne ho sempre trovati che descrivevano la bellezza della vetta» (don Valentino Vaccaneo, Riflessioni al vento, pag. 102).
Domenica 25 agosto, per il settimo anno consecutivo, ci siamo ritrovati a Saint Jacques, in Val d’Ayas, per ricordare gli amici don Valentino Vaccaneo e don Michele Do, entrambi passati oltre (don Michele il 12 novembre 2005 e don Valentino il 27 agosto 2012). Eravamo circa 130 persone di tutte le età: dai più giovani del campo scuola della parrocchia albese di Cristo re a persone molto più avanti negli anni.
Siamo ormai alla terza generazione e molti di noi sono già nonni che sentono la bellezza e insieme la responsabilità di passare il testimone ai più giovani per quello che abbiamo ricevuto in dono dagli amici don Michele e don Valentino. Essi ci hanno trasmesso un desiderio di luce e di vita piena, insieme alla voglia di cercare, di capire, di trovare il senso profondo della nostra vita.
Come ha ricordato don Piero Racca durante la Messa, essi ci hanno fatto sperimentare qualche cosa di grande, un desiderio di salvezza, di senso, di pienezza e di significato che ci aiuta, una volta ritornati a valle, a misurarci con le vicende della nostra storia di tutti i giorni con fatica, impegno e dedizione.
Siamo chiamati a vivere una vita alta nella grande spiritualità della famiglia umana, perché molto abbiamo ricevuto e desideriamo trasmettere a quanti verranno.
Pierangelo Pieroni