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Anfiteatro e poesia tra i vigneti di Coazzolo

Anfiteatro e poesia tra i vigneti di Coazzolo

COAZZOLO «Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare». La voce registrata di Vittorio Gassman recita L’infinito di Leopardi ogni giorno, allo scoccare del tramonto. Gli altoparlanti sono nascosti in alcuni cespugli che contornano un riuscito esercizio di ingegneria naturalistica. Camminando tra le vigne di Coazzolo, incontrare l’anfiteatro è un’esperienza contraria a ogni prevedibilità. Lo spazio è rivolto a ovest. Il Monviso presidia sullo sfondo. Quasi circonfusa di misticismo, di un sogno simbolico e archetipico, l’immagine accoglie i viaggiatori ammutolendoli.

L’idea di realizzare l’opera è di Silvano Stella, assessore alla cultura di Coazzolo e da pochi giorni nominato dalla Regione nel consiglio di amministrazione della nuova Atl locale, che racchiude Langhe, Roero e Monferrato. Spiega Stella: «Grazie al finanziamento del Comune abbiamo voluto realizzare un anfiteatro con sedie e strutture di legno. Oltre a ospitare spettacoli, i visitatori possono sedersi e, grazie a un timer sincronizzato con l’ora del tramonto a seconda delle stagioni, godersi uno spettacolo naturale mozzafiato al suono di musica o di poesia recitata. L’arte con tutti i suoi linguaggi ha il potere di bypassare la nostra parte razionale ed emozionarci. E le nostre emozioni fanno cadere le maschere che indossiamo nella vita di tutti i giorni. L’arte ci rende autentici».  Prosegue Stella: «All’arte abbiamo voluto affiancare il concetto di cultura, che significa frequentare gli artisti, chi ha saputo distillare nelle proprie opere sensazioni profonde e tradurre il nostro sentire. Le persone, di fronte allo spettacolo di un tramonto e di una poesia come quella di Leopardi, si commuovono».

Il progetto si inserisce nel più ampio programma che Stella e i suoi collaboratori portano avanti ormai da alcuni anni: la chiesetta ridipinta dall’artista britannico David Tremlett, il sentiero della Madonna del Carmine, dove è possibile raggiungere la maxi panchina di Chris Bangle, le fotografie installate di Guido Harari e il progetto che vedrà i prodigi di Michelangelo Pistoletto unirsi al vetro delle damigiane.

Matteo Viberti

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