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Elena Ceste, la commovente lettera della figlia Elisa: “I nostri super nonni ci dedicano affetto e amore profondo”

Confermata in appello la condanna a 30 anni per Michele Buoninconti

«Siamo tutti e quattro cresciuti con la consapevolezza ogni giorno dei nostri impegni e del nostro futuro e tutto questo grazie ai nostri super nonni che continuano quotidianamente a prendersi cura di noi, dedicandoci affetto e amore profondo tenendo unita la nostra famiglia. Sono loro gli artefici di questo miracolo di unità». È un passaggio della lettera di ringraziamento scritta da Elisa Buoninconti, la maggiore dei quattro figli di Elena Ceste, la donna di Costigliole d’Asti tragicamente uccisa nel 2014 e Michele Buoninconti, ex vigile del fuoco condannato a trent’anni di reclusione con l’accusa di aver tolto la vita alla moglie.

La giovane, 19 anni, dopo il diploma in ragioneria conseguito all’istituto superiore Einaudi di Alba e il contratto di lavoro con un’azienda cittadina, ha indirizzato lo scritto agli “J’amis d’la pera”. L’associazione di musici con sede ad Asti, a Natale di un anno fa, aveva donato ai nonni della ragazza, 30mila euro raccolti attraverso un’iniziativa benefica per fornire sostegno economico ai figli di Elena Ceste affidati, dopo la condanna del padre, ai nonni materni Lucia e Franco Ceste. «Mio fratello R., 17 anni, frequenta la quarta superiore presso l’Einaudi di Alba, anche lui verso la fine del percorso di studi che lo porteranno verso il mondo del lavoro; oltre ad avere ottimi risultati a scuola riesce anche a dedicarsi alla sua passione: giocare a calcio. Mio fratello G., 15 anni, da quest’anno frequenta l’istituto tecnico, nel tempo libero è attivo nel gruppo dell’oratorio. La mia piccola sorellina A., 12 anni, ha iniziato a frequentare la scuola media». Si legge nella missiva molto toccante. «Le cose più belle della vita non si trovano sotto l’albero, ma nelle persone che ti stanno vicino», conclude.

È di questi giorni la notizia che Michele Buoninconti, dal carcere di Alghero, dove è detenuto e si sta laureando in economia e commercio, ha ingaggiato un investigatore per far riaprire il caso. Davide Cannella da un mese e mezzo sta lavorando, su incarico del detenuto e dei suoi famigliari, per trovare elementi che permettano di smontare la sentenza definita, definita come «un grave errore giudiziario». Secondo i giudici che lo hanno condannato l’uomo avrebbe strangolato la coniuge il 24 gennaio 2014 gettando poi il suo corpo nel Rio Mersa dove venne rinvenuto soltanto alcuni mesi più tardi. Gli estensori della sentenza lo hanno definito una «personalità malvagia, che non ha mai mostrato pentimento e che non merita attenuanti. Ha ucciso la madre dei figli per il più atavico dei sentimenti maschili, la sete di dominio e un malinteso senso dell’onore». L’uomo ha perso la potestà genitoriale sui figli e, lo scorso luglio, la figlia Elisa era stata chiamata nelle aule del tribunale di Asti perché vittima di stalking da parte di Marilinda Gimelli, 57enne pisana amica di Buoninconti che per mesi l’aveva perseguitata allo scopo di indurla a far riallacciare i rapporti col genitore.

Davide Gallesio

Rettifica

Egregio Direttore, scrivo la presente in nome e per conto della signora Marilinda Gimelli al fine di significarle quanto segue.

In data 12 gennaio 2020 veniva pubblicato sul sito gazzettadalba.it l’articolo online dal titolo: “Elena Ceste, la commovente lettera della figlia Elisa”. Nella parte conclusiva dell’articolo il giornalista, Davide Gallesio, riportava la seguente notizia: “lo scorso luglio la figlia Elisa era stata chiamata nelle aule del tribunale di Asti perché vittima di stalking da parte di Marilinda Gimelli, 57enne pisana amica di Buoniconti che per mesi l’aveva perseguitata allo scopo di indurla a far riallacciare i rapporti con il genitore”.

Ebbene, alla luce della vicenda giudiziaria, tale circostanza non corrisponde al vero o risulta comunque inesatta. Il reato di stalking, seppur inizialmente contestato alla mia assistita – e per il quale la signora Gimelli si è sempre dichiarata innocente – è stato oggetto di derubricazione da parte della stessa Procura di Asti fin dall’udienza del luglio 2019.

Il Pubblico ministero ha infatti proceduto a riqualificare il fatto nella contravvenzione di cui all’art. 660 Cp, in questo modo facendo cadere qualsivoglia accusa di stalking nei confronti della signora Marilinda Gimelli.

Il procedimento, definito con oblazione, si è concluso con una sentenza di non doversi procedere per intervenuta estinzione del reato, pronunciata dal Tribunale di Asti in data 18 settembre 2019.
Tanto si doveva.

L’occasione è lieta per inviare cordiali saluti,

Avvocato Rubina Colombini

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