Un latitante finisce in manette 20 anni dopo la condanna

Commercialista cuneese arrestato dalla squadra mobile 1

CUNEO Da quando, nel 2000, i Tribunali di Cuneo e Siena lo avevano condannato in via definitiva a 8 anni e 4 mesi di carcere per traffico internazionale di stupefacenti, l’albanese Mihallaq Boraku, aveva fatto perdere le sue tracce: nel pomeriggio di sabato 25 gennaio gli agenti della squadra mobile di Napoli in collaborazione con i colleghi di Cuneo e il servizio centrale operativo della Polizia di Stato, lo hanno rintracciato e arrestato nel quartiere Ponticelli, il rione partenopeo che da tempo aveva eletto a suo covo.

«Riteniamo che l’imputato avesse in un primo tempo lasciato l’Italia per poi farvi ritorno», spiega il commissario Pietro Nen che coordina l’attività della squadra mobile di Cuneo. «Il nome del latitante era stato inserito fra quelli trasmessi al servizio centrale operativo nell’ambito del programma Wanted 3 nato per coordinare, a livello nazionale, gli sforzi delle procure e permettere il fermo dei criminali che si sono sottratti alla cattura». Le forze dell’ordine hanno iniziato a serrare il cerchio attorno al malvivente individuando la nuova residenza. «Appostamenti e pedinamenti hanno permesso di individuarlo nel quartiere popolare di Ponticelli» conclude Nen.

La vicenda che aveva portato al deferimento di Boraku, che oggi ha 49 anni, è degna dei cold case dei migliori serial televisivi: i fatti risalgono al 1997, in uno scomparto ricavato ad arte nel vano di carico di un camion adibito al trasporto di pesce, i poliziotti avevano rinvenuto, al casello di Asti Est, 200 chili di marijuana destinata alle piazze dello spaccio di cuneese, astigiano e alessandrino. In manette nell’ambito dell’operazione Besa (giuramento in lingua albanese) anche un albergatore di Bra e un impiegato di Farigliano implicati nel traffico dello stupefacente trasportato dall’Albania.

Davide Gallesio  

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