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Covid: richiesta di case in campagna, anche in Langhe e Monferrato

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MERCATO IMMOBILIARE   Da Nord a Sud, il coronavirus ha accelerato la richiesta di case con terreno. Fronteggiando il Covid-19, molti italiani hanno fatto rotta verso le case di campagna o stanno pianificando di farlo acquistando una dimora rurale. È quanto emerge da un’inchiesta realizzata dalla rivista Ville&Casali – punto di riferimento da oltre 30 anni per la scelta della casa fuori città – e pubblicata sul numero di maggio, in edicola e in formato digitale.  Sono state intervistate 20 tra le principali agenzie che si occupano di immobili di prestigio in Italia: tutte tra febbraio e aprile hanno evidenziato l’incremento intorno al 20% di richieste per i casali di campagna, da parte di interlocutori italiani, ma anche stranieri. Lo stesso aumento registrato sul portale di annunci immobiliari su www.villeecasali.com.

Il trend si stava manifestando già a inizio anno, quando ancora non si parlava di pandemia. Col sopraggiungere di Covid-19, in tutto il Paese c’è stata un’impennata di richieste da parte di persone che hanno confermato la convinzione di voler vivere in campagna non appena tutto sarà passato.  Covid-19 ha circoscritto i confini alle mura domestiche aumentando la consapevolezza dei limiti che le caratterizzano. Dalle richieste dei clienti ricevute dalle agenzie, risulta il bisogno di ritorno alla natura, per “allargare” i confini delle abitazioni alla ricerca del benessere per il corpo e per la psiche.

«Questa consapevolezza ha stimolato l’attenzione verso soluzioni abitative che ci riportano a contatto con una dimensione legata a un modello rurale – spiega Giovanni Morelli editore di Ville&Casali, che ha commissionato l’indagine -. Il primo passo lo vediamo proprio in questi giorni con le agenzie immobiliari che per l’estate 2020 registrano richieste di affitto per 2-3 mesi, un po’ come negli anni ’80 quando si partiva per la villeggiatura. Grazie alla definitiva messa in pratica dello smart working, la scelta di vivere fuori città, coniugando lavoro e benessere personale, è diventata una concreta possibilità. Non solo: l’Italia vanta numerosi borghi abbandonati che meriterebbero di essere riscoperti e il Coronavirus potrebbe diventare uno stimolo per salvarli».

Dall’indagine emerge che a spingere verso la campagna è anche il fatto che, a parità di investimento, alcune soluzioni fuori città possono essere molto interessanti. Basti pensare che per comprare un trilocale nel quartiere Città Studi di Milano servono 700-750mila euro, ma con la stessa cifra nelle campagne del piacentino è possibile acquistare un rustico abitabile, da 500 metri, con fienili di 1.000 metri e due, tre o cinque ettari di terreno seminativo o noccioleto.

L’indagine riporta alcune mete preferite e i relativi costi. Si va dai colli piacentini (dagli 80mila euro) alle colline dell’Appenino emiliano che non superano i 1.000 euro al metro quadro, per salire ai 600mila euro per una porzione di casa colonica sulle prime colline fiorentine, fino ad arrivare a 10-15 milioni di euro per aziende agricole di alcuni ettari nel Chianti. Fra Monferrato e Langhe, territorio fra i più richiesti dalle giovani coppie, un casale con terreno di 5.000- 10.000 metri parte dai 150mila euro, fino ai 700-800mila per un’azienda da 6-7 o 8 ettari di vigneto. Prezzi intorno a 1.000 euro a metro quadro per un casale con terreno si possono trovare anche dalla Puglia alla Sicilia.

L’indagine fornisce un quadro di opportunità a chi è interessato a una soluzione per le vacanze, a chi vuole fare una scelta di vita, ma anche a chi intende diventare agricoltore. Cresce infatti anche la tendenza dei giovani (+20% rispetto allo stesso periodo, febbraio-aprile, nello scorso anno) che, da soli o in comune, si stanno spostando per lavorare la terra. Ville&Casali segnala quindi alcune agevolazioni per loro: la possibilità di accedere a un premio fino a 70 mila euro per i giovani (massimo 41 anni) o per misure in conto capitale per investimenti, qualità, misure agro-ambientali, l’opportunità di fare domanda di sostegno della politica agricola comune nei centri di assistenza Coldiretti, che dà un supporto di circa 280/300 euro a ettaro ogni anno.

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