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La chiesa braidese al tempo del coronavirus si è fatta rete di speranza

Coronavirus: la posizione della Conferenza episcopale italiana

BRA Le Messe sono rimaste sospese per molto tempo, le parrocchie e gli oratori sono stati avvolti dal silenzio ma la Chiesa italiana e anche quella braidese non ha mai  perso la parola, non si è chiusa nelle canoniche, non ha mai abbandonato i suoi fedeli. Alla presenza fisica di tanti sacerdoti, che soprattutto nelle zone più colpite dal coronavirus, hanno continuato a essere vicini alle famiglie provate dal dolore, si è sommata, giorno dopo giorno, la presenza crescente e solo apparentemente virtuale di quanti, in tutta Italia, hanno trovato nei social strumenti nuovi per rimanere fedeli alla propria missione. Vescovi, sacerdoti, religiose, responsabili di associazioni e di movimenti, animatori parrocchiali sono da settimane protagonisti di una creatività pastorale senza precedenti fatta di dirette Facebook, video sui canali Youtube di diocesi e parrocchie, riflessioni rilanciate via WhatsApp, preghiere via Instagram, esercizi spirituali su piattaforme di videoconferenza.

Anche Bra non si è discosta da quanto è avvenuto in tutta Italia. La Chiesa è stata viva e vicino ai fedeli. Tanti modi diversi di essere vicino, dalle parrocchie dell’Unità pastorale 50, al gruppo WhatsApp dei cooperatori salesiani che fino al 31 maggio ha accompagnato ragazzi, educatori, cooperatori salesiani e amici di don Bosco. Non dimentichiamo neppure la Via Crucis via internet del Rettore del Santuario don Beppe Trucco e alle tante celebrazioni dell’Eucarestia trasmesse via streaming anche qui a Bra con dei sorprendenti risultati in termini di contatti in diretta e visualizzazione. Senza parlare di un grande successo sui social dell’Unità pastorale 50 della rubrica Pillole di gioia, dalla luce alla gioia, un piccolo commento, dura mediamente otto minuti, pubblicato quotidianamente su Facebook e anche su Youtube da don Giorgio Garrone, parroco di Sant’Andrea e moderatore dell’Unità pastorale. Prima di Pasqua la rubrica si chiamava Pillole di speranza, dal buio alla luce, il titolo era stato scelto per accompagnare il cammino di Quaresima; poi si è trasformata in Pillole di gioia e ora è Pillole di vita. Oltre al commento del Vangelo il filmato fornisce uno spunto per la preghiera personale.

Il Rosario del mese mariano trasmesso dai Salesiani ha anche accompagnato tani devoti della Madonna che non hanno mancato così all’appuntamento con la preghiera. Ma anche la parrocchia di Bandito, grazie al grande impegno che profonde il diacono permanente Giorgio Fissore, ha avuto e ha attualmente un percorso di riflessione spirituale grazie ai social, e in questo caso a WhapApp, anche se non sono mancate videoconferenze che non solo hanno riunito in preghiera i parrocchiani della frazione, ma hanno anche permesso di incontrarsi virtualmente e scambiarsi in video saluti. La comunità si costruisce con la parola, ma anche con l’incontro e la socialità. Due sono state le grandi iniziative e una continua tuttora. Fino alla solennità di Pentecoste, ogni giorno c’era Il tempo del caffè, riflessioni sulla quotidianità.

Ecco un esempio. Mercoledì 22 aprile: tristezza. Comincio a fare fatica a vivere queste restrizioni. Comincio a perdere la pazienza. Comincio a pensare quanto gli effetti collaterali di questa cura, necessaria sicuramente, saranno comunque devastanti, a partire dai bambini, ai ragazzi… A tanti questo tempo porta anche tristezza. Per motivi che ognuno sa. Ieri se ne parlava con un amico che mi confidava della sua tristezza di questo periodo. Ho pensato: Gesù stesso “cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: la mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me” (Mt 24, 36-38).

Da Pentecoste ad oggi, l’appuntamento del diacono Giorgio con i suoi parrocchiani ha un altro nome: La perla preziosa. Scritti e pensieri dai padri della Chiesa.

Lino Ferrero

 

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