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Sulle Langhe in bici seguendo la nuova guida di Paolo Casalis

Sulle Langhe in bici seguendo la nuova guida di Paolo Casalis

L’INTERVISTA  La Guida alle Langhe in bicicletta del braidese Paolo Casalis si propone come utile strumento per approfondire la conoscenza di percorsi che meritano d’essere sperimentati. Il volume, pubblicato da Produzioni fuorifuoco, offre spunti interessanti per una stagione vacanziera da riprogrammare. Ne parliamo con l’autore, alla sua prima pubblicazione.

Da dove nasce l’idea?

«La stesura del libro ha richiesto due anni, inframmezzati da numerosi viaggi in cui ho accompagnato, per lavoro, tante comitive di turisti stranieri a spasso per le Langhe. La bicicletta è una mia vecchia passione, così come l’amore per questo territorio. Sono un regista e sono abituato a rappresentarlo con la videocamera, ma questo libro è nato da un’esigenza privata: dal desiderio di condividere, non soltanto con esperti cicloturisti, esperienze e luoghi. Era pronto per marzo ma…».

Lo slittamento per coronavirus lo rende più attuale.

«Siamo alle prese con un’estate anomala e credo che molti sceglieranno di trascorrerla in bici, non troppo lontani da casa. Questo periodo – che ho cercato di documentare nel mio film Io resto a casa. Diario di una quarantena – ci ha obbligati a riflettere sul nostro stile di vita e per molti è forte la convinzione che si debbano rivedere alcune scelte quotidiane».

Il libro presenta sette capitoli a cui corrispondono altrettanti percorsi. Come vengono raccontati?

«Cerco di rivolgermi a tutti, anche a coloro che ritengono il cicloturismo un’attività troppo faticosa e impegnativa. Per questa ragione ho proposto percorsi di difficoltà media, che descrivo a partire dalla storia e dall’enogastronomia che ha reso celebri i paesi attraversati. Non mancano informazioni tecniche per prendersi cura del proprio mezzo a due ruote. Al termine di ogni capitolo, il lettore trova un piccolo racconto ispirato dai luoghi dell’itinerario. Si tratta di un modo per non rendere il testo troppo serioso, ma anche di un espediente per “passare” alcune informazioni aggiuntive».

Quali sono gli scenari proposti nella guida?

«Ci sono Barolo e Barbaresco, le terre più ambite dal turismo straniero, ma chi è alla ricerca di avventura in luoghi selvaggi sarà accontentato con itinerari che esplorano l’alta Langa. Ogni percorso può essere scaricato dal Web e inserito nel navigatore. Il mio consiglio è di provarli e godersi la varietà».

Crede che il cicloturismo possa evolvere nel nostro territorio?

«Le Langhe non hanno nulla da invidiare a territori con una consolidata tradizione cicloturistica come le colline toscane o il Veneto. Se dovessi indicare un modello, credo si debba guardare alle Dolomiti dove ci sono strutture ricettive attente alle esigenze dei cicloamatori e itinerari molto curati, per non parlare del Nord Europa, dove la cultura della bicicletta è radicata. Tuttavia, il fascino delle nostre colline è dato dalla peculiarità di essere zone a basso traffico, appena fuori da centri urbani ricchi di storia».

Alessio Degiorgis

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