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Il futuro glam e da cantautore di Lucio Corsi a Monfortinjazz

L’INTERVISTA Si sprecano i paragoni ed è lunga la lista di nomi eccellenti chiamati in causa per provare a descrivere lo stile di Lucio Corsi. Il giovane toscano, classe 1993, fa sospirare tutti coloro che apprezzano la tradizione del cantautorato italiano. Si potrebbero citare Ivan Graziani, Lucio Dalla e Alberto Fortis, per tacere di una passione più che evidente per gli anni ruggenti del glam rock, ma Corsi s’impone, anzitutto, per poetica immaginifica, personale e fresca, felice anomalia in una generazione musicalmente un po’ piatta. Sarà a Monfortinjazz sabato 1° agosto.

Sei l’ospite più giovane di questa edizione. Cosa ti attendi dal concerto di Monforte?

«È una prima volta per me ed essere nello stesso cartellone che ospita Paolo Fresu e Richard Galliano è una soddisfazione. Non ho mai suonato nelle Langhe e sono felice che avvenga a Monforte, un festival che ha una storia di prestigio. C’è poi una ragione in più per essere emozionato: è il mio primo concerto dalla fine del lockdown. Dopo l’uscita del mio ultimo album, Che cosa faremo da grandi?, pubblicato a gennaio, sono state poche le possibilità di suonare dal vivo e incontrare il pubblico».

Incuriosisci per scelte musicali e stilistiche. Cosa significa essere glam decenni dopo David Bowie e Lou Reed?

«All’epoca si trattò di un gesto sociale potentissimo. Qualcosa di mai visto prima: concerti come apparizioni. Mi rifaccio a quel periodo e a quell’estetica consapevole che i tempi sono cambiati. Credo tuttavia che un album, per un musicista, sia più che una collezione di buone canzoni. Da qui la necessità di curare molti aspetti artistici, che non sono inutili orpelli, ma essenziali a rendere personale un progetto»

Il tuo precedente album, Bestiario musicale, è un omaggio alla tua terra, la Maremma, e alla sua fauna. Perché è così forte l’impronta della natura?

«Sono cresciuto in campagna, non amo la città per un fatto di abitudine. Preferisco gli alberi ai pali della luce e ho scelto di raccontare gli animali della mia infanzia perché trovano sempre meno spazio nella società. Come per Luciano Bianciardi, anche lui di Grosseto, Milano è il luogo dove lavoro, ma questo fatto che la città tentacolare si mangi la campagna non mi va giù».

Il futuro glam e  da  cantautore di Lucio Corsi a Monfortinjazz

Hai meno di trent’anni e nessuna intenzione di darti al rap o alla trap. Pensando all’attuale scena musicale, ti senti una mosca bianca?

«I miei riferimenti sono altri, ma al di là del linguaggio e dello stile ciò che non mi convince sono i contenuti. A me pare che non si faccia altro che scrivere della quotidianità. Una noia pazzesca. Mi emozionano altre cose».

Ad esempio?

«Hai presente Alle prese con una verde milonga di Paolo Conte? La penso come lui: l’appuntamento da non mancare per un musicista è quello con la musica. Sembra banale ma lo si dimentica. Non è il pubblico, non è la scena musicale, non è il presente. È la musica stessa lo stimolo a creare».

Neanche il Covid-19 interferisce in questo legame?

«Durante la clausura sono uscite tante brutte canzoni, ancora una volta l’ansia di essere attuali e di raccontare il momento finisce per produrre composizioni presto dimenticate. Non ho sentito l’urgenza di collegarmi in video con il mondo, suonare e dire la mia su quanto stava accadendo. Ero a casa, in Maremma, e c’era silenzio. Ho lavorato».

Ti sei mai chiesto chi sia il tuo ascoltatore medio?

«Ha più di 60 anni ma spesso meno di 10. Ho perso per strada gli altri (ride). Un giorno, al termine di un concerto, un poeta mi avvicina e mi dice: “Tu fai musica per bambini. E questo è un vantaggio, ti permette di parlare a tutti”. Spero che abbia ragione».

Prima di Corsi, Monfortinjazz, come annunciato, aprirà l’edizione numero 44 domenica 26 luglio (doppio concerto alle 18 e alle 21.30) con Paolo Fresu e il suo quintetto: sarà l’occasione per godere dal vivo di Wanderlust, pietra miliare del jazz italiano, pubblicato nel 1997 e rimasterizzato. Il festival deve rinunciare al concerto di Raphael Gualazzi, in programma domenica 2 agosto, a causa di un piccolo intervento chirurgico a cui deve sottoporsi il cantante. Salvo novità dell’ultima ora, la fisarmonica di Richard Galliano, il 6 agosto alle 21.30, completerà il cartellone della rassegna.

Alessio Degiorgis

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