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Strade aperte ai cacciatori per contenere il numero di cinghiali

TORINO Contenere il numero dei cinghiali: per farlo il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato a maggioranza una legge che mira al loro contenimento dando la possibilità ai cacciatori privati di usare motorizzati su strade comunali e vicinali. In precedenza la legge regionale che regola la conservazione del patrimonio naturale e dell’assetto ambientale consentiva l’accesso solo ai soggetti incaricati al controllo faunistico e al prelievo venatorio.

Ancora danni causati da ghiri, caprioli e cinghiali

 

«Si tratta di un intervento legislativo chirurgico che però permette di massimizzare la lotta alla proliferazione di questa specie che ogni anno in Piemonte causa 1.200 incidenti», spiega il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola che ha presentato la proposta di legge. «Incidenti che si traducono non solo in danno economico, alle colture e alle cose, ma anche la perdita di vite umane. Lo fa senza aggravi per i contribuenti, semplicemente consentendo una deroga al divieto, per i soggetti autorizzati alla caccia al cinghiale nei giorni autorizzati per legge, di poter utilizzare anche alcune strade al momento a loro vietate». «Mi piacerebbe poter aumentare il numero di guardie a disposizione ma dobbiamo anche ragionare pensando al bilancio regionale», continua Ruzzola. «Abbiamo portato a casa una legge equilibrata, apprezzata dagli enti locali, e con le parti più esposte che da un lato con i cacciatori ci chiedevano ancora più coraggio e con gli ambientalisti che si sono limitate a contestare che si sarebbe potuto intervenire in modo più organico. Queste sollecitazioni dimostrano che la nostra legge è il giusto punto d’equilibrio, tra gli interessi delle varie parti».

«Una modifica di buonsenso – commenta il capogruppo della Lega Alberto Preioni – che fornirà nuovi strumenti per arginare quel flagello dei nostri territori che è il moltiplicarsi incontrollato degli ungulati. Un’emergenza che è sotto gli occhi di tutti, a iniziare dai nostri agricoltori, ma che continua a essere ignorata da certe forze politiche di opposizione ancora aggrappate a un animalismo talebano. Con questo provvedimento rispondiamo a delle precise richieste che provengono dai nostri territori, tanto sul fronte della tutela dell’agricoltura quanto su quello della sicurezza stradale. E come Lega auspichiamo che di più si possa fare anche contro il moltiplicarsi degli attacchi dei lupi contro gli allevamenti di montagna, con un piano di contenimento realmente efficace che contempli anche gli abbattimenti selettivi già adottati dalla Francia».

I gruppi di minoranza, in particolare Luv, M5s e Pd, hanno presentato una sessantina di emendamenti che sono stati tutti respinti. Il M5s si è detto contrario alle modifiche richieste poiché la legge era già stata modificata la scorsa legislatura proprio per contenere l’attività venatoria, mentre oggi di fatto si crea una facilitazione a favore dei cacciatori.  Il Pd invece, ha rimarcato l’aspetto di carattere ambientale del provvedimento e non venatorio, mentre Luv ha messo in guardia dal rischio di favorire il bracconaggio. Contrarietà alla proposta di legge è stata espressa anche dalla lista Chiamparino per il Piemonte che ha parlato di contraddizioni, mentre a sostegno si sono schierati Fdi (che rimarcato come il provvedimento sia stato fortemente richiesto dai territori) e Lega.

Nel corso del dibattito è intervenuto anche il consigliere Maurizio Marello (Pd): «E’ importante considerare due aspetti della proposta di Ruzzola: la finalità per cui è nata, ovvero facilitare l’esercizio della caccia selettiva per il contenimento di ungulati, e le conseguenze che potrebbe avere la modifica. Sono d’accordo sulla necessità di contenere gli ungulati dal momento che l’eccessiva presenza sta causando non pochi problemi all’agricoltura e alla sicurezza urbana e stradale: tale emergenza non va sottovalutata né politicizzata e deve essere affrontata mediante gli strumenti a disposizione, con buon senso e logica», ha precisato. «Riguardo il contenuto della nuova legge la mia opinione è che la Regione avrebbe dovuto affrontare il tema al fianco dei Comuni. Se alcune strade, sotto la giurisdizione dei comuni, sono state interdette al traffico da parte dei sindaci (spesso anche per ragioni ambientali o di sicurezza), ritengo che l’eventuale riapertura debba essere decisa dai Comuni stessi sulla base di valutazioni che tengono insieme aspetti di riduzione del numero di ungulati, ambientali e di sicurezza».

Collegato alla Pdl è poi stato approvato l’Ordine del giorno del Gruppo M5s per attivare i programmi di sperimentazione che permettano l’allontanamento e il contenimento degli ungulati con metodi innovativi non cruenti.

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