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Sanità privata senza contratto: lunedì un presidio all’ospedale di Cuneo

Nicoletta, infermiera all’ospedale di Alba

CUNEO Prosegue la mobilitazione dei lavoratori della sanità privata che, dopo 14 anni di attesa e di trattative è ancora senza contratto nazionale. Lunedì 31 agosto, dalle 13 alle 15, le organizzazioni sindacali terranno un presidio davanti all’ospedale Santa Croce di Cuneo.

In provincia di Cuneo la sanità privata interessa aziende importanti quali  Amos, Casa di cura Città di Bra, Clinica san Michele di Bra, la Casa di cura Montesserat, Orizzonte speranza e più di mille lavoratori che in queste realtà operano.

Cgil e Cisl hanno firmato con le associazioni datoriali Aris e Aiop una pre-intesa concordando la firma decisiva entro il 30 luglio. «Ciò non è avvenuto.  Un comportamento scioccante e vergognoso, sulla pelle dei professionisti della sanità privata, definiti eroi quando si tratta di fare profitto e poi negati di ogni diritto. Mai ci era capitato di assistere ad un comportamento tanto irresponsabile», scrivono in una nota i sindacati. «Con questi soggetti non è possibile contrattare. Ora non rimane che la lotta, arrivando fino allo sciopero nazionale».

Dai sindacati spiegano che Ministero e Regioni si sono impegnate per garantire più risorse al sistema in modo da compensare il 50% dell’aumento del costo contrattuale per parificare i salari del personale pubblico con quelli del settore privato accreditato. «Da mesi lavoriamo affinché tutte le garanzie necessarie a portare a buon fine questa trattativa siano assicurate dalle istituzioni e oggi dicono che ancora non basta», prosegue la nota dei sindacati. «I cittadini devono sapere che questi soggetti fanno profitto con risorse pubbliche; che fanno pagare un prezzo altissimo ai lavoratori e non si fanno scrupoli, come è accaduto durante la pandemia, di fare la loro parte solo se possono trarre profitto. Il Governo e le Regioni intervengano per condannare questi comportamenti e sanzionarli revocando gli accreditamenti. Ci aspettiamo, a partire dal ministro Speranza, del presidente Bonaccini e tutti gli assessori regionali alla sanità, una presa di posizione pubblica a sostegno delle lotte e dei diritti dei lavoratori e contro questi soggetti che non meritano di lavorare con soldi pubblici. La pazienza è finita, ora è tempo di giustizia».

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