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In manette una banda cuneese: sono accusati di 20 furti per un bottino da 300mila euro

In manette una banda cuneese: sono accusati di 20 furti per un bottino da 300mila euro

CUNEO Ventimila euro in contanti e svariati esemplari di orologi Rolex sequestrati nelle perquisizioni domiciliari fra San Chiaffredo di Tarantasca, Cuneo e il suo campo nomadi: sono dieci le persone di etnia sinti arrestate dalla Squadra mobile del capoluogo provinciale indiziate per associazione a delinquere finalizzata ai furti in abitazione.

«Concludo i miei due anni e otto mesi di permanenza a Cuneo con questa operazione che ha consentito di catturare dieci criminali della peggior risma», ha commentato il questore Emanuele Ricifari, durante l’ultimo incontro con la stampa stamane, martedì 20 ottobre.

Il funzionario, in settimana, lascerà Cuneo per la nuova sede di Caltanissetta. «É raro che una procura, al Nord, configuri un reato come l’associazione a delinquere: il fatto che l’imputazione emerga già durante le indagini è indizio del lavoro accurato svolto dalle forze di polizia. Sono sicuro che il successore approfondirà le indagini con ulteriori misure di prevenzione» ha aggiunto.

L’indagine è ancora in corso: gli inquirenti, al comando del commissario Pietro Nen, hanno collegato la banda a una ventina di furti, la maggior parte commessi durante il lockdown, fra le province di Cuneo, Asti, Torino e Aosta. «La indagini sono iniziate ad aprile» ha spiegato Nen. «Non escludiamo ci siano altri episodi». Divisi in batterie, i criminali, tutti appartenenti ad alcuni nuclei famigliari, colpivano più obiettivi nel corso della stessa giornata: «erano diretti da una regia femminile, una donna coinvolta nei furti. Il figlio, residente a Cuneo aveva il compito di rivendere i gioielli rubati e dividere i proventi». Il modus operandi era consolidato: «sceglievano le vittime fra le persone sole e fragili, ottenevano la loro fiducia con false divise e pettorine di addetti ai controlli sulla rete di gas e acqua».

Davide Gallesio

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