L’unica certezza è Dio, il resto è immaginazione

PENSIERO PER DOMENICA – XXXII TEMPO ORDINARIO – 8 NOVEMBRE

Le letture della 32ª domenica ci riservano un ultimo pensiero alla vita oltre la morte, per poi concentrare la nostra attenzione sul presente e sul futuro. Nella prima lettera ai Tessalonicesi (4,13-18), Paolo offre una confortante parola di speranza. Al di là delle immagini legate alla cosmologia del tempo, la vita eterna viene descritta con poche, chiare parole: «Saremo sempre con il Signore». L’unica certezza di fede è che ci attende un’esistenza di comunione con il Signore e tra noi; il resto è immaginazione.

L’unica certezza è Dio, il resto è immaginazione
Le vergini folli, particolare, ciclo affreschi di arte romanica nella cappella di Castel d’Appiano (Bz).

Stolto è chi dorme sugli allori. Il Vangelo, con la parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13) e la prima lettura con l’elogio della sapienza (Sap 6, 12-16) ci invitano a guardare al presente e ci aiutano a leggere la situazione drammatica che viviamo. Siamo stati come le vergini stolte: abbiamo dormito sugli allori, convinti che la festa fosse assicurata; abbiamo tenuto le lampade accese, convinti che l’olio sarebbe comunque bastato. È facile collegare questi atteggiamenti alla fiducia cieca in una crescita illimitata verso un benessere crescente e allo spreco di energia e di risorse nel secondo dopoguerra.

Sapiente è chi sa prevedere. La provvista di olio che le vergini sagge hanno portato con sé può significare tante cose. Nel racconto di Gesù il riferimento è alla prospettiva finale: se l’invito è per tutti ed è gratuito, l’ingresso al banchetto nuziale dipenderà da noi, dalle nostre scelte, dalla nostra fede. Riferita al presente, la parabola ci ricorda i nostri errori di valutazione: non abbiamo “fatto provvista” di un sistema in grado di reggere l’emergenza, di posti letto sufficienti negli ospedali, di un congruo numero di professionisti sanitari. Non abbiamo rimodulato l’organizzazione dei trasporti e le dinamiche della vita sociale per ridurre il contagio. Gli esempi potrebbero continuare, ma per quanto sia utile analizzare la realtà, l’urgenza del momento è un’altra. Ce la suggerisce la prima lettura.

Recuperare la sapienza della vita. C’è il fondato timore di un nuovo lockdown: forse non generalizzato, ma non meno devastante. Non possiamo permetterci di sprecare un’altra volta il tanto tempo a disposizione. Ci si può alzare presto al mattino per cercare la sapienza e scoprire che essa si fa trovare facilmente da chi la cerca, perché è lei che cerca noi. Solo la sapienza, intesa come riflessione e riscoperta di un senso più profondo della vita può fare da contrappeso alla “decrescita” economica che incombe. Se alla fine del tunnel saremo un po’ più poveri di soldi, ma più ricchi di umanità e spiritualità, la pandemia non sarà passata invano.

Lidia e Battista Galvagno

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