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Covid: Piemonte, 41 milioni per aiutare le strutture residenziali

La Regione approva un disegno di legge a sostegno di un settore che accoglie 52mila ospiti e dà lavoro a oltre 40mila persone. Il presidente Cirio: «Abbiamo l’obbligo di aiutare chi aiuta gli anziani e le persone più fragili»

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TORINO La Regione Piemonte interverrà con un contributo straordinario di 41 milioni di euro per garantire la continuità delle oltre 1.800 strutture che erogano prestazioni di carattere residenziale di tipo sanitario, socio-sanitario e socio-assistenziale ad anziani, minori, disabili, persone affette da tossicodipendenza o da patologie psichiatriche e la cui situazione finanziaria è in sofferenza a causa delle maggiori spese e delle minori entrate causate dall’emergenza epidemiologica. È quanto dispone un disegno di legge approvato questa mattina dalla Giunta regionale e poi illustrato nel corso di una videoconferenza stampa dal presidente Alberto Cirio e dagli assessori Chiara Caucino (Politiche sociali), Luigi Genesio Icardi (Sanità) e Matteo Marnati (Ricerca Covid), che passa ora all’esame del Consiglio regionale per l’approvazione definitiva. In videocollegamento anche il sindaco di Novara, Alessandro Canelli, che nei giorni scorsi si era fatto portavoce delle istanze delle 26 aziende pubbliche piemontesi per i servizi alla persona.

«Abbiamo l’obbligo di aiutare chi aiuta i nostri anziani e le persone più fragili del Piemonte con un intervento di importanza assoluta nei confronti di un settore che, a causa della pandemia, ha dovuto affrontare come tutti costi non previsti e minori entrate», dice il presidente Cirio. Aggiunge il governatore del Piemonte: «Nel momento in cui si cerca di aiutare chi rischia di non farcela, queste realtà non possono essere dimenticate. Investire 41 milioni è un grande sforzo che la Regione compie senza gravare sui cittadini né tagliare somme alle altre voci del bilancio, per sostenere un servizio la cui efficienza si traduce in maggiore tutela per le persone più vulnerabili. Data la necessità di intervenire al più presto per aiutare il comparto, ai capigruppo del Consiglio regionale abbiamo chiesto di riservare a questo disegno di legge una corsia privilegiata per approvarlo prima della fine dell’anno. Parliamo di un mondo che accoglie 52mila ospiti e dà lavoro a oltre 40mila persone».

Dei 41 milioni di euro, 30 sono destinati alle strutture accreditate e 10 a quelle autorizzate. In particolare, le strutture contrattualizzate o convenzionate di tipo sanitario e socio-sanitario riceveranno complessivamente 20 milioni per quest’anno e 10 per il prossimo del Fondo sanitario regionale come integrazione tariffaria delle prestazioni acquistate dalle aziende sanitarie locali. La somma andrà a copertura delle maggiori spese per la prevenzione e il controllo dell’infezione da Covid-19 sostenute nel periodo compreso tra il 21 febbraio 2020 e il 30 giugno 2021. L’integrazione tariffaria ammonterà a 2,65 euro a giornata per le strutture per anziani, a 1,50 euro per le strutture per persone con disabilità, affette da patologie psichiatriche e per minori, a 1,20 euro per le strutture per persone affette da tossicodipendenza. Le spese ammesse sono quelle per la sanificazione degli ambienti, l’acquisto di dispositivi di protezione individuale, il personale, la messa in sicurezza degli ospiti e degli operatori, il miglioramento della qualità dell’assistenza, lo smaltimento dei rifiuti speciali.

Alle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali autorizzate al funzionamento viene invece riconosciuto un contributo per posto letto autorizzato al 30 novembre 2020 per complessivi 10 milioni di euro, che comprendono 6,3 milioni per la copertura dei consumi di energia elettrica presi dalla quota che i concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica devono versare alla Regione, due milioni del fondo per l’edilizia sociale, 1,8 milioni del fondo della dirigenza regionale, che ha destinato parte del suo compenso all’emergenza Covid. Un altro stanziamento di un milione di euro permetterà alle 26 aziende pubbliche di servizi alla persona, che accolgono circa tremila ospiti, di essere esentate dal pagamento dell’Irap a decorrere dal periodo di imposta successivo a quello in corso. Tutti questi enti potranno inoltre accedere alle agevolazioni previste dal Fondo di garanzia di Finpiemonte e richiedere così la concessione di una garanzia sui finanziamenti erogati dalle banche convenzionate.

«L’Amministrazione regionale», afferma l’assessore Caucino, «mostra grande attenzione verso un mondo così duramente provato dalla pandemia. Uno sforzo rilevante, che testimonia la volontà di sostenere concretamente un sistema che si prende cura di soggetti fragili e bisognosi di attenzione e la cui tenuta è fondamentale sotto molteplici punti di vista, compreso quello occupazionale. Da settimane sto lavorando in questa direzione. La Regione risponde così presente alla richiesta di aiuto avanzata dalle strutture, in attesa che il Governo faccia la sua parte». 

L’assessore Icardi ha evidenziato che «la Sanità compie un grande sforzo: siamo riusciti a recuperare i fondi non spesi per l’emergenza Covid. Già a luglio avevamo deciso un provvedimento di ristoro: ci sarà un aiuto nazionale e uno regionale. Altre Regioni delle dimensioni del Piemonte hanno messo a disposizione meno fondi. Avremmo potuto aumentare le rette, ma questo si sarebbe tradotto in un ulteriore aggravio per le tasche delle famiglie che sono già messe a dura prova dalla situazione economica. Superata la fase di emergenza avremo modo di ripensare le funzioni che le strutture residenziali avranno nel futuro, oggi esprimiamo la vicinanza della Regione».

«Al territorio piemontese arrivano anche i fondi, 6.300.000 euro calcolati sul prezzo zonale attuale, che derivano dalla monetizzazione della fornitura di energia gratuita che spetta alla Regione dai concessionari degli impianti di grande derivazione idroelettrica», puntualizza l’assessore Marnati, «la nuova legge sull’idroelettrico prevede che queste risorse vadano a servizi pubblici tra cui quelli sanitari, socio-sanitari e assistenziali, scolastici, di protezione civile e comunali. Proprio in ragione dell’emergenza epidemiologica, per il primo biennio 2020-2021 sono stati identificati dalla Giunta, quali beneficiari dei fondi, i servizi socio-sanitari e socio-assistenziali del territorio che a causa dell’epidemia versano in grave difficoltà economica. I fondi serviranno per i pagamenti delle bollette per l’energia elettrica».

«Ringrazio il presidente Cirio e gli assessori competenti per aver accolto tempestivamente le richieste che giungono numerose dal mondo delle Rsa e dei sindacati in ordine ai gravi problemi di natura economico-finanziaria che stanno attraversando», dichiara il sindaco Canelli. Aggiunge il primo cittadino di Novara: «La scorsa settimana ho avuto un incontro proprio con il presidente Cirio e l’assessore Caucino, rappresentando l’urgenza di intervenire il prima possibile per mettere in sicurezza un settore che, a seguito di questa emergenza sanitaria, ha grossi problemi di liquidità e un impatto sociale rilevantissimo nella nostra città, così come in tutto il territorio piemontese. In particolare, il comparto delle Rsa di tipo pubblico, ovvero ex Ipab, ora Apsp, sconta ulteriore rigidità di natura giuridico e finanziaria, elemento che rende ancora più fragili tali strutture. Il lavoro però non è terminato. Occorrerà continuare a monitorare la situazione e in prospettiva cercare soluzioni innovative che incentivino sempre più la domiciliazione dell’assistenza e la razionalizzazione dei servizi».

Le modalità di assegnazione dei contributi saranno definite con una delibera di Giunta successiva all’entrata in vigore della nuova legge. Nel dettaglio le risorse saranno erogate a oltre 1.800 strutture residenziali, che comprendono 40mila lavoratori e 52mila ospiti: 772 strutture per anziani (29mila lavoratori e 40mila ospiti), 418 strutture per disabili (seimila lavoratori e seimila ospiti), 311 strutture per pazienti psichiatrici (oltre duemila lavoratori e quasi tremila ospiti), 227 strutture per minori (con circa 1.900 lavoratori e oltre duemila ospiti), 82 strutture per le dipendenze (con oltre 900 lavoratori e oltre 1.200 ospiti). Durante la videoconferenza stampa è stato anche ricordato il piano di screening varato dalla Regione a fine ottobre, in base al quale fino al 1° marzo verranno effettuati complessivamente 750mila tamponi rapidi a ospiti e dipendenti delle residenze per anziani e delle altre strutture assistenziali.

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