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Fatture false per 18 milioni di euro: sgominata la frode dei rottamai

Contributi per l'affitto: irregolari 9 dichiarazioni su 11

TORINO Un giro di fatture false da diciotto milioni di euro che aveva permesso di sottrarre al fisco più di due milioni di imposte sotto forma di Iva non corrisposta: le indagini, iniziate quattro anni fa, hanno permesso alle Fiamme gialle del capoluogo regionale di arrestare otto persone alle quali facevano capo altrettante società fittizie create per portare avanti la frode. Gli evasori si servivano di un impianto di gestione di rottami metallici e di società di comodo aperte per emettere documenti fiscali che permettevano di dichiarare spese fittizie ed evadere le tasse: eseguiti i pagamenti, il denaro versato alle aziende beneficiarie ritornava indietro ai pagatori, prelevato in contanti da uno stuolo di “teste di legno” che lo ritiravano negli uffici postali su appositi conti correnti.

Alle imprese fasulle, affittuarie di capannoni e persino automezzi per simulare un normale ciclo produttivo, andavano una percentuale che corrispondeva all’Iva non versata. Le perquisizioni della Guardia di finanza fra l’hinterland torinese e il comune laziale di Lamezia Terme hanno permesso di appurare il coinvolgimento di 17 società nel circolo fraudolento: i loro magazzini erano vuoti, adibiti a deposito di parte dei tre milioni e mezzo di euro sequestrati; tre degli imprenditori sono risultati percettori del Reddito di cittadinanza.

Davide Gallesio  

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