Scopriamo perché la campana in piemontese viene detta “Ciòca”

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Ciòca: Campana

Un pomeriggio, l’insegnante di musica entrò in classe chiedendo a cosa servisse la musica. Le risposte di ognuno di noi alunni furono varie, sorprendenti, anche bizzarre. La Prof.ssa annuì ad ognuna, ma si riservò di darne anche lei una decisamente sintetica: “la musica serve a comunicare, per fare di sé una persona completa”. Poi fece qualche esempio; dalla sirena dell’ambulanza alle migliori composizioni di Morricone. La musica testimonia la vita.

A questo proposito, ecco lo strumento più popolare e semplice, presente in ogni paese e città. Ciòca significa campana, ma le sfumature e le declinazioni sono numerose: ciochin, ciocon, ciochineȓa, ciochëtta. L’etimologia della parola è una delle più semplici e dirette poiché attinge al latino medievale CLOCCAM.

Il luogo dove è posizionata la campana è il cioché (campanile), che spicca verso l’alto a favore della visibilità dell’ora, ma soprattutto per meglio propagare il suono di melodie e ritmi che comunicano differenti avvenimenti.

Vediamo insieme alcuni avvenimenti che danno il nome alla suonata che li annunciano, utili in tempi in cui le persone, impegnate in campagna, erano sprovviste di orologi e informazioni in tempo reale. Veniva così utile la ciòca per scandire la giornata: la più famosa e tradizionale è la baudëtta (o budëtta), una suonata a festa con campane ferme che riproducono allegri brani religiosi o profani; c’è il mesdì (mezzogiorno), lëvà (il sorgere del sole); ȓ’Ave Maria; aȓ feu (al fuoco); ȓa passà per un paesano appena defunto; ȓ’agonìa; il Gloȓia (a Pasqua e Natale); ij vespȓ (i vespri); o rosaȓi (il rosario); au lov (al lupo); ai brigant (al brigante); ȓa benedission (la benedizione); contàcc/pestilensa (pestilenza).

Poi ci sono i tre momenti prima della S. Messa: il primo quando mancava un’ora; poi mezz’ora prima ricordo io stesso che mi appendevo a quelle corde che mi sollevavano per un paio di metri per dare il sopèt (detto anche ij longh o bim-bam), una suonata mista i cui rintocchi sono intervallati da colpi su una campana più piccola e ferma secondo lo schema 2 1 2 2 1 (din-don, din-din-don); infine, cinque minuti prima dell’inizio si danno ij dré (gli ultimi), cinque colpi secchi che ricordano ai fedeli di affrettare l’ingresso per l’inizio.

Soné ëȓ ciòche rote, significa invece festeggiare un avvenimento di nessuna importanza, ma è una semplice battuta che nulla ha a che vedere con la tradizione campanara.

Paolo Tibaldi

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