PENSIERO PER DOMENICA – SECONDA DI QUARESIMA – 28 FEBBRAIO
Ci sono testi biblici così ricchi che offrono molte chiavi di lettura: è il caso a esempio del Vangelo della Trasfigurazione (Mc 9,1-9) che viene proposto più volte nel corso dell’anno. Altri testi come la narrazione del sacrificio di Isacco (Gen 22,1-18) sono talmente noti da far correre il rischio di riproporre le stesse riflessioni. Noi proviamo a leggere questi testi partendo dal breve passo (forse troppo breve!) della Lettera ai Romani (8,31-34) cercando di cogliere cosa Dio ci offre e cosa si aspetta da noi. Ripassare e purificare la nostra idea di Dio è uno dei fini della Quaresima.
Dio ha per noi un amore totale: «Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?». Dopo averci donato suo Figlio, «non ci donerà ogni cosa insieme con lui?». Il Dio che la rivelazione biblica ci presenta è totalmente dalla nostra parte: ha fatto, fa e farà di tutto per noi, per salvarci, per rendere la nostra vita bella, piena, realizzata. Quel che ci dona è infinitamente di più rispetto a quanto ci chiede.
Dio ci chiede di credere in lui, di dargli fiducia. Non ci chiede di sacrificargli nostro figlio. Non lo ha chiesto neppure ad Abramo, che, disponendosi a sacrificare il figlio Isacco, ragionava ancora secondo la religione mesopotamica da cui proveniva, che prevedeva sacrifici umani. Dio fa capire ad Abramo che non vuole questo da lui e quindi nemmeno da noi. Il sacrificio è un mito presente in molte culture antiche, non nella Bibbia. Il Dio biblico non è un idolo assetato di sangue, ma un padre misericordioso che ci chiede di essere a nostra volta misericordiosi con i nostri fratelli. L’unico sacrificio bene accetto è quello suggerito dal Salmo 115 («sacrifici di lode»): riconoscere il suo amore per noi, lodarlo e ringraziarlo per le meraviglie che ha compiuto.
Dio abita anche i momenti bui della vita, come quelli che verranno per Gesù e i discepoli, dopo la Trasfigurazione. Per affrontare questi passaggi drammatici ci offre la sua luce: non tanto esperienze mistiche straordinarie, ma la sua Parola, che è «lampada ai miei passi» (Sal 119,115) e illumina il nostro quotidiano. Questa lampada è sempre a nostra disposizione. Per far sì che essa illumini il nostro cammino dobbiamo sentire come rivolta a noi la parola che risuona dalla nube: «Ascoltatelo!». Fin da bambini, abbiamo imparato che l’ascolto è fatto di conoscenza e di ubbidienza. Il Vangelo di questa domenica ce lo ricorda.
Lidia e Battista Galvagno