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Acqua pubblica nella Granda

Acqua pubblica nella Granda

IL CASO Il Tribunale superiore delle acque pubbliche ha respinto due dei ricorsi presentati da Aeta (che riunisce i gestori privati Tecnoedil, Alpi acque e Alse, tutte partecipate da Egea) contro la decisione dell’Ato4, l’Autorità d’ambito della Granda, di affidare a Cogesi, una società totalmente pubblica, il servizio idrico integrato.

Il Tribunale di Roma con due sentenze inappellabili ha stabilito che non è possibile prorogare le attuali concessioni, scadute nel 2017, e anche che è legittima la contestata delibera del marzo 2019, che affidava il ciclo idrico integrato a Cogesi. Sul tavolo ci sono ancora altri due ricorsi, uno sul Piano d’ambito e l’altro sul valore residuo, cioè la quota che Cogesi dovrà pagare ai gestori privati per il subentro, che ammonta a 55 milioni di euro. La questione è quindi ben lungi dal considerarsi conclusa, ma le sentenze del Tribunale delle acque segnano un punto importante a favore di Cogesi.

Il presidente di Sisi Franco Foglino commenta le sentenze: «Penso che il Tribunale abbia svolto un lavoro approfondito, con decisioni che faranno giurisprudenza. Nelle motivazioni si legge come siano state rispettate le leggi in tutte le fasi di assegnazione. Le sentenze ci spingono ad andare avanti verso la fusione di tutte le società della provincia in Cogesi. La sentenza stabilisce anche che i Comuni non possano opporsi all’entrata nella società pubblica in house, quindi auspico si vada velocemente verso l’avvio a pieno regime di Cogesi».

Nella Cogesi sono già entrate in realtà le società pubbliche Acda (60% delle quote), Sisi (30%), Acquedotto delle Langhe, Infernotto e Calso (complessivamente, 10%). Queste società garantiscono il servizio in circa il 60% dei Comuni dell’Ato di Cuneo e hanno già completato la fusione. Si tratta di 153 Municipi su 247, 103 gestiti da Acda, 22 da Calso, 2 da Infernotto acque e 26 serviti da Sisi.
Bruna Sibille, ex sindaco di Bra, presidente dell’Ato4 dal 2014 al 2019 e oggi membro del Consiglio di amministrazione, aggiunge: «La legge in vigore obbliga ciascun ambito provinciale a conferire la gestione del servizio a un’unica società. La nostra Provincia, con una maggioranza superiore all’80%, ha deliberato l’affidamento a una società pubblica consortile nel maggio 2018. Da allora è stato fatto un duro lavoro per dare attuazione alla normativa e, nel marzo 2019, il servizio è stato conferito al consorzio Cogesi, che raggruppa le società pubbliche delle diverse aree del Cuneese, con l’approvazione dell’assemblea dei sindaci della provincia. Purtroppo, contro questa operazione, si è scatenata una scomposta reazione di aziende private che si ritenevano lese, con una dispendiosa campagna di stampa al limite della diffamazione verso chi (come la sottoscritta) stava lavorando per tutelare solo l’interesse esclusivo dei cittadini. È iniziata così una dura raffica di ricorsi: un sacco di energie e soldi (soprattutto pubblici) sono stati dissipati in questi tentativi d’impedire il processo imposto dalla normativa, senza peraltro mai che l’iter illustrato venisse anche solo temporaneamente bloccato».

r.s

La nota di Aeta

Le prime sentenze del Tribunale superiore delle acque, pur non approvando integralmente le richieste di Aeta, quali quelle volte a una proroga del servizio idrico integrato e a una valutazione del modello gestionale, presentano comunque profili di interesse in merito alla validità del gestore unico. Inoltre a oggi presso il medesimo Tribunale sono ancora in corso valutazioni su altri temi in discussione, oggetto di altrettanti ricorsi, di cui uno presentato da amministrazioni comunali cuneesi; su questi non è al momento stato definito alcun provvedimento conclusivo.

Nell’attesa di tali ulteriori evidenze giurisdizionali è doveroso comunque sottolineare che Alpi acque, Alse e Tecnoedil proseguiranno, come del resto fatto in questi anni, un normale percorso gestionale dei servizi e una coerente politica degli investimenti con attenzione alle esigenze delle nostre comunità. Ciò al fine di consentire anche, a fronte di un dialogo già avviato con l’ente d’ambito e la Regione, una piena condivisione del percorso da porre in essere per garantire una gestione univoca del servizio idrico integrato, nel pieno rispetto delle norme e delle istanze del territorio, perseguendo l’interesse pubblico delle nostre amministrazioni comunali e dei cittadini più in generale.

Sibille: «Attendiamo gli altri ricorsi, ma l’assalto importante è stato respinto»

L’ex sindaco di Bra Bruna Sibille chiosa: «La decisione del Tribunale delle acque ha rigettato i due ricorsi fondamentali che si proponevano di vanificare il nostro lavoro, per tutelare interessi privati. Ora attendiamo gli altri, ma posso dire che l’assalto è stato respinto e che il lavoro proseguirà per rendere operativo il meccanismo previsto da Cogesi».

Saluta con favore le sentenze anche il consigliere regionale 5 stelle Ivano Martinetti: «Si afferma un principio: l’acqua in provincia di Cuneo dovrà rimanere saldamente in mano pubblica. È quanto abbiamo sempre detto, ripetuto e sostenuto per anni. Talvolta, anche in completa solitudine, con una fetta di politica cuneese decisamente più tiepida nel difendere la volontà dei cittadini italiani, che nel 2011 si espressero nettamente (al 95 per cento) contro la cosiddetta “privatizzazione dell’acqua”. Ora queste sentenze mettono ordine a una vicenda che si è già protratta per troppi anni. Siamo felici che l’oro blu, anche in provincia di Cuneo, resti un bene amministrato dal settore pubblico».

r.s.

 

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