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Per la prima volta Sanremo… non è Sanremo!

Per la prima volta Sanremo… non è Sanremo

SANREMO città blindata, zona rossa da una settimana con vigilantes, polizia e vigili che bloccano l’accesso alle vie e alle piazze vicine al teatro Ariston; bar e ristoranti aperti solo per l’asporto: un paesaggio irreale per chi è abituato alle masse di gente, agli spintoni per vedere sulla passerella l’arrivo di un artista, alla sregolatezza, alla festa, all’eccesso che caratterizza ogni anno la manifestazione canora più importante d’Italia. Sanremo 2021 un festival in cerca di una normalità e di una continuità in un contesto complicato in cui vi sono problemi diversi ben lontani dallo sfarzo e da comportamenti festaioli che richiederebbe. Un festival che molti giornalisti e fotografi sono costretti a vedere da casa, con accrediti che permettono interviste via video o mail e poche presenze in sala per le serate.

Gli sforzi dei conduttori Amadeus e Fiorello nel proporre un’immagine rasserenante e spensierata, ironica  per qualche ora di leggerezza è lodevole se si pensa che, comunque la musica e gli artisti hanno ripreso un minimo di centralità e di interesse e le molte persone legate a questo mondo, dai discografici a i tecnici, dai parrucchieri ai microfonisti hanno avuto, dopo quasi un anno di inattività, un  ritorno al lavoro, anche se regolato da 75 pagine di protocollo.

Poi ci sono le canzoni, le scelte degli artisti che hanno strizzato l’occhio ai giovani con nomi che pescano nel mondo del web, di cantanti poco conosciuti spesso dal pubblico televisivo, ma star del mondo social. E così, se inevitabilmente gli ascolti sono leggermente inferiori a quelli degli scorsi anni, chi guarda il festival è un pubblico decisamente più giovane di quello degli anni passati.

Se la sala stampa sceglie artisti come Colapesce e Dimartino, che nella serata delle cover propongono una canzone di Franco Battiato con la voce dell’autore alla fine dell’interpretazione, i Maneskin e il piemontese Willie Peyote, tra i nomi dei possibili vincitori circolano quello di Ermal Meta, Annalisa, Madame, lo stesso Willie Peyote e Irama che nella serata dei duetti ha proposto Cyrano di Francesco Guccini con un intervento iniziale dell’autore che è stato ben contento di questo cameo.

Un festival che oltre al vincitore dei big e di Luca Gaudiano che ha trionfato tra i giovani con la canzone Polvere da sparo incentrata sul racconto della perdita di una persona cara, dedicando la vittoria al padre perso da poco, potrà essere ricordato per la bravura di Matilda De Angelis e di Elodie nella parte di presentatrici e cantanti, dei monologhi dei giornaliste quali Barbara Palombelli e Giovanna Botteri e per i cinque “quadri” provocatori di Achille Lauro in attesa di ritornare a vivere e a respirare la rassegna direttamente fianco a fianco dei protagonisti, ma con nuovi conduttori visto che Amadeus e Fiorello si sono dichiarati disponibili ad accettare proposte della Rai, ma non per la prossima edizione.

Per la prima volta Sanremo non è Sanremo, nemmeno nel giorno della finale, pur se tenuta in vita artificialmente da una macchina televisiva che le pompa linfa vitale nelle vene e ossigeno per rivederla presto più vitale, colorata e musicale di prima, perché questo vorrebbe significare che la situazione pandemica attuale sarà orami un brutto ricordo.

Pierangelo Vacchetto

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