La nuova definizione di rifiuto urbano crea disagi agli agricoltori

Rifiuti: in alcune zone di Bra cambia la raccolta dell’organico

AGRICOLTURA  Confagricoltura Cuneo continua e tenere alta la guardia sulla nuova definizione di rifiuto urbano e sulle ripercussioni dell’applicazione della normativa sulle attività agricole e connesse, i cui rifiuti non rientrano tra gli assimilati ai rifiuti urbani. Dopo aver inviato una lettera a tutti i comuni della provincia, nei giorni scorsi l’associazione agricola ha incontrato in modalità online prima il Consorzio Albese Braidese Servizi Rifiuti (Coabser) e poi l’Azienda Consortile Ecologica del Monregalese (Acem) insieme a 38 sindaci di quel territorio. A seguire si è tenuto inoltre un incontro tra l’ufficio zona di Bra di Confagricoltura e il Comune della città della Zizzola. Tutti appuntamenti accomunati dagli stessi obiettivi: illustrare meglio le indicazioni previste dalla normativa e sollecitare chiarimenti in merito all’applicazione delle novità introdotte dal D.Lgs. n. 116/2020, in vigore dal 1° gennaio scorso.

“Dopo il nostro appello, i Consorzi e i Comuni della provincia di Cuneo stanno prendendo contatti con i nostri referenti di zona per confrontarsi sulle possibili soluzioni da mettere in atto per far fronte al problema della gestione dei rifiuti agricoli – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo –. Gli incontri di queste settimane sono importanti perché dimostrano un’attenzione comune a tutte le istituzioni nel voler risolvere una situazione che sta creando parecchi disagi agli agricoltori in particolare ad agriturismi, negozi di vendita di prodotti agricoli e aziende orticole. È necessario infatti trovare una soluzione in tempi rapidi prevedendo un adeguato periodo transitorio per l’entrata in vigore delle novità normative così da permettere alle imprese di riorganizzare la propria gestione interna dei rifiuti (nuovi contratti, organizzazione del deposito temporaneo) e definire linee guida chiare ed eque per la ridefinizione della TARI, la tassa rifiuti, in quanto le attività agricole non possono sostenere, ad esempio, il pagamento della parte fissa della tariffa a cui sommare l’eventuale costo dei nuovi contratti per smaltire privatamente i rifiuti speciali”.

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