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L’industria cuneese si prepara ad affrontare i prossimi tre mesi con un cauto ottimismo

PROVINCIA GRANDA Rimangono differenze significative tra i diversi comparti, così come indicatori di segno negativo, ma ciò che emerge dai dati elaborati dal centro studi di Confindustria Cuneo, incentrati sulle previsioni per il secondo trimestre del 2021, lascia spazio a un cauto ottimismo, con una generale ripresa, merito certamente della capacità di reazione degli imprenditori della Granda. Se ne è parlato questa mattina, 2 aprile, durante una conferenza stampa online.

Il senso dell’incontro è subito emerso dalle parole del presidente Mauro Gola: «Il 2020 ha rappresentato una delle peggiori recessioni in tempo di pace, ma il nuovo anno deve rappresentare una svolta, che sta già avvenendo, alla luce degli indicatori per i prossimi tre mesi, che testimoniano la vivacità trainante della nostra provincia. Certo, rimangono anche dati fortemente negativi, come una perdita del 6,9 per cento per quanto riguarda l’export, ma si tratta comunque della metà di quanto registrato a livello regionale e nazionale».

L’industria cuneese si prepara ad affrontare i prossimi tre mesi con un cauto ottimismo
La conferenza stampa di Confindustria Cuneo

A scendere nei dettagli dei dati, la direttrice Giuliana Cirio: «Per quanto riguarda il manifatturiero, le previsioni di produzione totale passano dal meno 10,2 per cento del primo trimestre 2021 all’8,3 per cento in più previsto per il secondo, segno di un’evidente inversione di tendenza, confermato anche dai nuovi ordini e dal tasso d’occupazione, che tornano di segno positivo. Rimane negativa, ma con un miglioramento dal -20,4 per cento al -12,9 per cento, il dato sulla redditività, che dipende certamente anche da un fattore psicologico, visto che le imprese continuano a lavorare in un contesto d’incertezza».

Un andamento confermato anche per il settore dei servizi, dove il livello di attività passa dal -6,9 per cento del primo trimestre a una previsione del 10,2 per il secondo, solo per citare un dato. Se si guarda invece ai singoli settori, tornando al manifatturiero, alcuni faticano più di altri: è il caso dei minerali non metalliferi e della chimica-gomma-plastica, dove la ripresa non c’è stata. Tra chi invece ha registrato un’inversione di tendenza in senso positivo, ci sono la meccanica, per esito degli incentivi europei e nazionali, e l’edilizia, con il Superbonus 110 per cento. Un focus finale è stato incentrato sull’aumento dei prezzi delle materie prime, preoccupante per tutti i comparti.

Francesca Pinaffo

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