Luciano Degiacomi, vita di un innovatore

Luciano Degiacomi, vita di un innovatore 1
Luciano Degiacomi nelle cascine Drago

RITRATTO Avrebbe compiuto cento anni il prossimo 13 aprile 2021, Luciano Degiacomi, una figura chiave per comprendere le grandi trasformazioni della Langa albese. Ripercorrere la sua biografia obbliga a ricordare le caratteristiche dell’Albese, al quale fu intimamente legato e del quale riconobbe, prima di altri, le grandi potenzialità.

Complesso sintetizzarne il profilo, a causa degli innumerevoli interessi e attività svolte: fu apprezzato farmacista, viticoltore e gastronomo ma soprattutto abile organizzatore di uomini e idee. Coordinò, con la visionarietà che è tratto distintivo del pioniere, le migliori energie e intelligenze dell’Albese in direzione di progetti spesso accolti da diffidenza iniziale ma ben presto indicati con orgoglio come espressione di una città e di un territorio desiderosi di aprirsi al mondo.

Luciano Degiacomi, vita di un innovatore
Luciano Degiacomi a Grinzane con i Cavalieri del tartufo e dei vini d’Alba.

Lo ricordano in tanti per la schiettezza dei modi, una certa ruvidezza di carattere che non gli impediva, tuttavia, d’essere curioso e aperto alle novità senza far torto alle radici e alla tradizione che omaggiava con scrupolosità quasi filologica. Ne ricorda l’impegno editoriale Giancarlo Montaldo che con Degiacomi collaborò negli anni ’80 alla pubblicazione della guida Sulle strade dei vini d’Alba, presto tradotta in inglese e tedesco: «Fu una figura carismatica che non ricercava il consenso a tutti i costi. Ha preso per mano questo territorio per il quale provava autentica passione che riversava nella carta stampata, anche scontrandosi con coloro che sostenevano che Langhe e turismo non fossero parole che potessero funzionare insieme. Aveva ragione lui, ma per provarlo occorreva lavorare a testa bassa e valorizzare le conoscenze e le competenze. Credeva nella tradizione e non per vuota retorica. Lo muoveva un principio che condivido appieno: non possiamo semplicemente dire di avere una storia, siamo tenuti a documentarla». Lo sforzo di documentazione è testimoniato dalle tante pubblicazioni: si pensi alla guida gastronomico-turistica Langhe d’Alba (1963) redatta da Vittorio Riolfo e contemporanea all’istituzione del concorso il Piatto d’oro, iniziativa della Famija albèisa e che coinvolse 84 ristoranti di Langa.

Negli anni in cui Degiacomi fu presidente della Famija, dal 1963 al 1970, furono numerose le pubblicazioni dedicate all’arte e alla cultura locale. Fra le battaglie condotte, va ricordata anche la netta posizione contro la demolizione del teatro Sociale che portò Degiacomi a scontrarsi contro l’opinione prevalente nel Consiglio comunale dell’epoca.

Meno conosciuto è l’impegno per la tutela dei beni culturali, che si concretizzò con la nascita della sezione albese di Italia nostra.

Walter Accigliaro racconta: «Fu presidente del comitato promotore, negli anni 1971 e 1972, svolgendo il prezioso lavoro di traghettatore e gettando le basi per le future azioni intraprese dall’associazione. All’epoca non era diffusa la coscienza del nostro patrimonio artistico e naturale. Degiacomi fece squadra, ponendo la propria esperienza al servizio di un gruppo di giovani sensibili al tema della tutela ambientale e dei beni culturali che versavano in cattive condizioni». Precedente all’impegno per Italia nostra è la fondazione, insieme a una ventina di cultori di viticoltura e gastronomia, fra cui gli enologi Renato Ratti e Beppe Colla, dell’Ordine dei cavalieri del tartufo e dei vini d’Alba (1967) del quale fu gran maestro per un quarto di secolo. Anche in questo caso si lanciò in una frenetica attività editoriale, affiancata dai tanti eventi culturali promossi nell’ambito dei capitoli, gli incontri organizzati dall’Ordine.
Furono così gettate le basi per lo sviluppo enoturistico delle Langhe, come ricorda il figlio Antonio: «La farmacia in via Maestra funzionava un po’ anche da ufficio turistico. Ma voglio ricordare anche la centralità delle cascine Drago. Qui mio padre sperimentò nuovi sistemi di coltivazione in accordo con una sensibilità ambientale che anticipava i tempi».

Le idee e i progetti di Luciano Degiacomi, scomparso nel 1995, furono portati avanti dal suo amico Beppe Colla (1930-2019), che gli succedette come gran maestro e subentrò nella conduzione delle cascine. Ora le famiglie pensano di ricordare questa storia di lavoro e amicizia con una stanza museale.

Alessio Degiorgis

Banner Gazzetta d'Alba