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Milano: il laboratorio dell’innnovazione e non solo della moda

Milano: il laboratorio dell’innnovazione e non solo della moda

LIBRO «Milano non è una Grande Mela. La sua immagine non può esser lanciata con un marchio simile a quello che ha imposto New York nel mondo. Milano è altro, per storia, gente, specificità del territorio, genius loci».

LA CITTÀ CHE SALE
Marco Garzonio
Edizioni San Paolo
384 pagine
22 euro

Milano è la città che più di ogni altra ha rappresentato il dinamismo della modernità italiana, la città che non sta mai con le mani in mano, che ha sempre affrontato i cambiamenti come se avesse già in mente che cosa avrebbe dovuto fare per ripartire. Ma quante volte nell’ultimo secolo Milano ha dovuto cambiarsi d’abito? Quanti modelli ha inseguito e quanti ne ha scartati? Ne ha davvero cambiati tanti di vestiti, Milano.Milano: il laboratorio dell’innnovazione e non solo della moda 1

Nel giro di qualche decennio è passata dalle tute operaie della città delle fabbriche che richiamavano lavoratori da tutto il Paese ai colletti bianchi in grisaglia della capitale finanziaria; dall’eskimo dei Seventies al piumino dei paninari, per approdare alle firme del made in Italy. È passata dalla rivoluzione no gender dell’abbigliamento anni ‘90 al salto nel terzo millennio delle nuove generazioni, nuove in tutto, compreso il modo di vestirsi. E a ogni cambio d’abito corrispondevano nuove stagioni, non sempre belle.

La città che ha visto scorrere nelle sue vie la paura del terrorismo, che per prima ha cavalcato il riflusso di quell’effimero edonismo rappresentato dalla Milano da bere, che si è ripiegata su sé stessa per la vergogna di aver fatto da incubatore ai malaffari che hanno portato a Tangentopoli. Solo a quel punto si è fermata, interrogandosi e chiamando a raccolta le sue menti migliori, quei maestri riconosciuti di cui oggi ci sarebbe gran bisogno.

Marco Garzonio, giornalista, scrittore e psicologo analista, nel suo libro prova a ripercorrere le tappe di tutte queste trasformazioni di Milano, anche andando a rileggere i dati, le previsioni e le considerazioni contenute nei Rapporti sulla città che l’autore ha coordinato negli ultimi decenni, nel ricordo dell’importante operato di Carlo Maria Martini. «Milano è un laboratorio. Nella parola stanno i tratti distintivi della città, maturati nei secoli, e il modo di vivere della sua gente. Essere milanesi, non fa differenza se per nascita o per adozione, vuol dire cavarsela anche nelle situazioni più complicate. Quel che fa andare avanti è una dote intrinseca: l’attitudine a innovare».

Nonostante la pandemia, Milano non si ferma, ma continua a essere un laboratorio, un motore di cambiamento, per riuscire a sperimentare soluzioni di rinascita da sviluppare anche in altri luoghi e contesti.

Walter Colombo

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