Lorenzo, prete e uomo dedicatosi ai poveri e ai deboli

Lorenzo, prete e uomo dedicatosi ai poveri e ai deboli

LIBRO «Don Lorenzo Milani è prete novello, chiamato al sacerdozio da adulto. Viene da una famiglia ricca e colta con i genitori di diversa formazione religiosa. La mamma Alice Weiss di educazione ebraica, il padre Albano Milani di famiglia cattolica, ma entrambi agnostici. I figli ricevono un’educazione laica e di alto livello culturale. Dei tre fratelli solo Lorenzo percepisce un turbamento interiore che lo porta a rifiutare il mondo privilegiato della sua famiglia, per imboccare un’altra strada, quella che gli consentirà di camminare fra i poveri e gli ultimi. A 20 anni è un convertito. Lascia tutto ed entra in Seminario per farsi prete».

DON LORENZO MILANI. L’ESILIO DI BARBIANA
Michele Gesualdi
Edizioni San Paolo
256 pagine
12 euro

Su don Milani si è scritto tanto, a tal punto che la sua personalità ha scosso le coscienze e spesso diviso gli animi, ma la figura che emerge in questo libro è quella scritta da uno dei primi sei ragazzi della scuola di Barbiana, che don Milani fonda nella canonica del paese, perché il sacerdote toscano è da sempreLorenzo, prete e uomo dedicatosi ai poveri e ai deboli 1 sensibile alla voce degli ultimi, per i quali spenderà la vita anche a costo dell’esilio. Già da ragazzo comprende come il privilegio sia «la fuga di pochi dalla vera condizione umana».

Michele Gesualdi, già presidente della fondazione Don Lorenzo Milani, ci offre un libro straordinario e commovente nel quale ci svela il vero volto di don Lorenzo, con vive testimonianze di quanti lo conobbero, basandosi anche sulle sue lettere, alcune delle quali inedite: «Un prete, un maestro, un uomo, un padre, che ha fatto del suo sacerdozio un dono ai poveri più poveri». Il sacerdote viene presentato come un prete scomodo, famelico di verità e di giustizia, con un linguaggio forte e tagliente che urta i potenti ma incoraggia i deboli, che «spende il suo sacerdozio per armare la povera gente di dignità e di parola perché si ribellino contro le ingiustizie sociali che offendono Dio e l’umanità». Un prete che pagherà duramente la propria coerenza al Vangelo. «Un credente innamorato della Chiesa anche se ferito e un educatore appassionato»: così lo definirà papa Francesco in visita alla sua tomba.

Sarà ricordato per sempre come priore di Barbiana; scrive Gesualdi: «Quel niente che lui ha fatto fiorire e fruttificare, prendendosi cura degli altri con la sola forza dell’amore. Quando la bara fu calata nella fossa diversi suoi ragazzi lo salutarono spargendo sopra pugnelli di terra, quasi a voler ricoprire di terra feconda un seme di speranza che da quella terra dura di Barbiana doveva continuare a rifiorire».

Walter Colombo

Banner Gazzetta d'Alba