Moduli abitativi mobili in città se sarà necessario

I novecento delle cooperative senza terra che lavorano nei nostri vigneti 2

IMMIGRAZIONE Lo abbiamo scritto nelle scorse settimane: se ad Alba ci si aspettava l’arrivo dei migranti stagionali nel periodo della vendemmia, l’emergenza abitativa è stata anticipata, con un gruppo di 23 giovani di origine subsahariana giunti a fine maggio, ospitati dal Centro di prima accoglienza della Caritas in via Pola, già impegnati nel lavoro in vigna tra Langhe e Roero. Oggi alcuni hanno trovato sistemazioni alternative, ma il tema è di massima importanza. Come richiesto dalla rete informale, che riunisce enti e associazioni impegnati sul fronte dell’accoglienza, il Comune ha convocato la scorsa settimana un tavolo di confronto sul tema. Hanno partecipato le Forze dell’ordine, le associazioni di categoria del comparto agricolo, i rappresentanti delle cooperative, oltre che i primi cittadini. Il sindaco di Alba Carlo Bo: «Dal momento che si tratta di giovani che arrivano per lavorare, è nostro compito trovare soluzioni eque e condivise. La nostra azione deve avere al centro questi aspetti, con la segnalazione alle autorità competenti di eventuali violazioni». Nel frattempo, il Comune si prepara ad affrontare l’afflusso in autunno. Tramite un bando, ad Alba è stata riconosciuta la somma di 34mila euro: «Si prevede l’installazione di docce pubbliche e il posizionamento di moduli abitativi mobili, se ci sarà un’emergenza», annuncia Bo. Pare evidente come il discorso non possa riguardare solo il Comune, ma tutto il sistema, partendo dagli imprenditori agricoli, che spesso si rivolgono a cooperative per trovare manodopera.

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Matteo Ascheri, presidente del consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani: «Non ci aspettavamo di avere afflusso già in questo periodo: per quanto mi riguarda assumo a tempo indeterminato, così da creare rapporti di lavoro continuativi, che offrano la possibilità di trovare una soluzione abitativa stabile sul territorio». Per chi sceglie invece strade diverse, il consorzio cerca di sviluppare una cultura etica: «È importante rivolgersi a cooperative che rispettino i canoni richiesti, dal momento che abbiamo stipulato un protocollo per l’accoglienza con Confcooperative», conclude. Roger Davico, referente cuneese dell’Anolf Cisl (Associazione nazionale oltre le frontiere): «L’incontro della scorsa settimana rappresenta un primo passo e una presa di coscienza del problema. Ora bisogna muoversi in modo concreto: per questo, come rete albese, abbiamo già chiesto la convocazione di un nuovo tavolo».

Francesca Pinaffo

Inizia un corso di formazione

Quando la rete albese sui migranti ha iniziato a incontrarsi, si è deciso di lavorare su due temi: non solo l’accoglienza, ma anche la formazione, dal momento che nella maggior parte dei casi i lavoratori stranieri non hanno conoscenza del mondo della viticoltura e di concetti quali i diritti e la sicurezza sul lavoro. Con Exar social value solutions, un’impresa sociale operante nell’ambito delle politiche attive, si è pensato a un corso di formazione a lungo termine, coinvolgendo anche Humus Job, start up innovativa cuneese a vocazione sociale.

Ora il progetto è nella fase sperimentale, con un primo gruppo pronto a partire. Lo spiega Giulia Maccagno di Exar: «Dal momento che abbiamo pensato a un corso di durata annuale, per chi è presente è importante anche garantire l’occupazione per tutto il tempo della formazione». Si partirà con una decina di persone: 7 ragazzi stranieri sono già stati selezionati, intercettati attraverso la rete albese. «Abbiamo deciso di destinare posti anche ad altri, perché sia davvero un’opportunità per tutti. Il corso è gratuito. Per quanto riguarda gli stranieri, questa settimana inizieranno con il corso di italiano tecnico, tenuto dal Centro provinciale di istruzione per gli adulti di Alba. Si passerà poi alle lezioni di sicurezza sul lavoro e diritti, in collaborazione con l’Anolf e la Fai Cisl, per arrivare agli inserimenti in vigna con la vendemmia. «Nel frattempo, stiamo incontrando anche diverse aziende, per selezionare quelle che vorranno aderire al progetto ed entrare nel circuito del contratto di rete. Per le realtà interessate, si possono avere informazioni scrivendo all’indirizzo e-mail alba@exarsolutions.it», conclude Giulia Maccagno.

f.p.

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