Festival della Tv. Strada: «Sull’Afghanistan per vent’anni ci siamo raccontati che tutto andava bene»

DOGLIANI I riflettori sul mondo televisivo sono puntati su Milano o Roma. Le due eccezioni riguardano Sanremo per la canzone italiana e Dogliani, in occasione del Festival della Tv e dei nuovi media. L’edizione 2021, intitolata Ripensiamoci, si è svolta da venerdì 3 a domenica 5 settembre con un’ottantina di ospiti e oltre cinquanta incontri.

Festival della Tv. Strada: «Sull'Afghanistan per vent'anni ci siamo raccontati che tutto andava bene» 6

Ezio Greggio, accolto dal pubblico con entusiasmo, è stato tra i più applauditi e Alessandra Comazzi, intervistandolo ha scherzato sul successo del comico. «Pazzesco, i piemontesi così freddi ti hanno aspettato per salutarti, sembri il Papa» ha detto la giornalista commentando l’attesa dei fans sotto il palco per le foto di rito e gli autografi. «Qui al Festival della Tv avete invitato anche i virologi; avete fatto bene, stanno più in tv loro di Barbara D’Urso», ha ironizzato Greggio che è rimasto in piedi tutto il tempo «perché il pubblico va rispettato».

«Il tema di quest’anno è Ripensiamoci: io ripenso a quanti collegi di cinema e teatro sono stati dimenticati troppo in fretta come Sordi, Gassman, Tognazzi, Franchi e Ingrassia, Walter Chiari, Rascel, ma anche Dario Fo, Strehler. Faccio i complimenti alla sensibilità di Alberto Barbera che quest’anno al Festival di Venezia ha ricordato e reso omaggio a Nino Manfredi», ha detto il comico che ha invitato a portare il cinema e il teatro nelle scuole, soprattutto medie e superiori.

Cecilia Strada: «La situazione in Afghanistan è drammatica»

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«Mio padre avrebbe detto “ragazzi l’avevamo già detto vent’anni fa”. Così Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, fondatore di Emergency, a margine del Festival della Tv e dei nuovi media. «Mi fa molto piacere – ha detto – che oggi si sia scatenata un’ondata di attenzione enorme, di solidarietà con gli afghani, sentiamo come europei il bisogno di farli scappare dall’Afghanistan, di portarli qua. La lezione è che sono le stesse famiglie che c’erano anche ieri, per vent’anni le abbiamo ignorate, sono state vittime dei talebani o dei bombardamenti della coalizione internazionale. Sono le stesse famiglie – ha proseguito Cecilia Strada – delle quali per vent’anni ci siamo raccontati che andava tutto bene, oppure non ci siamo raccontati niente, erano scomparsa dai radar. Sono le stesse famiglie che oggi si accalcano in aeroporto per cercare di scappare. Quindi la lezione è occupiamoci dei vivi finché sono vivi».

«Un Gino Strada morto piace a tutti perché è un Gino Strada che non parla. Nessun politico o rappresentante delle istituzioni è stato presente alla camera ardente. Apprezzo la coerenza perché è giusto che chi fino a ieri lo attaccava non si sia presentato». Ha detto la figlia Cecilia dal palco di Dogliani: «Non ho visto molto in queste settimane perché ero in mezzo al mare, ma ho sentito un’ondata d’amore che arrivava da quattro continenti. Tra i pochi messaggi che sono riuscita ad aprire fra i migliaia che sono arrivati qualcuno mi ha aperto il cuore: sono arrivati da bambini curati e salvati da lui, in Iraq e in Afghanistan, che oggi sono adulti e non sarebbero diventati adulti se non avessero incontrato lui e la sua squadra», ha spiegato. «Io lavoro in mezzo al mare, do soccorso in mare, una cosa diversa. Il lavoro è sempre quello, si tratta di dare una mano se si può perché è giusto farlo non perché sei buono o un eroe o un angelo. Emergency continuerà ancora più di prima perché adesso deve lavorare anche per lui».

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