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Pagavano i dipendenti con indennità di trasferta per evadere tasse e contributi: due imprenditori denunciati dai finanzieri

TORINESE Pagavano una quota del salario, ai propri dipendenti, ricorrendo alle indennità di trasferta: in questo modo due imprenditori titolari di una società attiva nel ramo del commercio di macchinari hanno evaso tasse e contributi per quasi un milione di euro.

Le indennità di trasferta, infatti, sono soggette a tassazione agevolata e non richiedono il versamento dei contributi da parte del datore di lavoro: sostituendo questa voce a una parte dello stipendio dei dipendenti, i due, aiutati da una terza persona, un consulente del lavoro, avevano elaborato un complesso sistema di calcolo delle retribuzioni alla base delle accuse, formulate dalla Guardia di finanza di Torino, di truffa aggravata ai danni dello stato, per i mancati versamenti all’Inps e all’Inail.

Gli uomini delle fiamme gialle del capoluogo hanno accertato come, le trasferte, fossero pagate anche al personale amministrativo, di solito esentato: il sistema di retribuzione era imposto ai dipendenti che non venivano assunti se non lo accettavano. Gli elementi raccolti dai finanzieri hanno indotto i giudici a emettere, a carico dell’amministratore dell’azienda gli arresti domiciliari e l’interdizione di un anno dalla rispettive professioni per il consulente del lavoro e il rappresentante legale.

I magistrati hanno altresì decretato il sequestro preventivo di beni pari a un milione di euro, ritenendo la società responsabile degli ammanchi per l’erario e di quelli in danno dei lavoratori provati di parte dei contributi.

Davide Gallesio

 

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