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Importavano pellet senza versare l’Iva allo stato: denunciato prestanome braidese

Importavano pellet senza versare l'Iva allo stato: denunciato prestanome braidese

MILLESIMO Aveva intestato a un braidese di 45 anni, incensurato, la società attiva, in val Bormida, nella fornitura di pellet importato, ai rivenditori al dettaglio: così un pluripregiudicato cinquantenne, originario di Sanremo ma residente a Ceva – e già condannato per associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta e rapina a mano armata –  poteva gestire indisturbato i propri traffici e agire sul mercato con prezzi inferiori rispetto a quelli praticati da altri grossisti.

Il meccanismo architettato per accaparrarsi i profitti era semplice: il pellet, acquistato nell’Europa dell’Est veniva ceduto ai dettaglianti ma l’Iva incassata nel passaggio restava sui conti della società garantendo agli acquirenti prezzi ribassati dei quali beneficiavano, in ultimo, i privati, come i primi inconsapevoli delle dinamiche illecite. A documentare la truffa all’erario, la tenenza della Guardia di finanza di Cairo Montenotte: partendo da alcune segnalazioni sui prezzi del combustibile, le fiamme gialle sono risalite agli importatori e scoperto il sistema ideato; il prestanome braidese riceveva mille euro al mese dal pluripregiudicato, che è riuscito a intascarne 600mila di Iva non corrisposta fra il 2017 e il 2019, fatturando acquisti per 2 milioni e mezzo di euro.

Gli elementi probatori raccolti hanno indotto i magistrati della Procura di Savona a emettere un’ordinanza di sequestro preventivo di beni per un ammontare di 140mila euro, pari ai versamenti evasi, nel solo 2018, dell’imposta sul valore aggiunto e denunciato il braidese e il pluripregiudicato per la frode messa in atto.

Davide Gallesio 

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