Ultime notizie

Solo l’amore rende uomo e donna simili a Dio

PENSIERO PER DOMENICA – XXVII TEMPO ORDINARIO – 3 OTTOBRE

La riflessione che le letture della XXVII domenica propongono è dominata da un tema: la visione cristiana del matrimonio e della famiglia. Un tempo, nella nostra società, questa era l’unica visione di famiglia: purtroppo nella stortura patriarcale-maschilista. Oggi non è più così, stiamo cercando nuove vie, più paritarie tra marito e moglie e più aperte ai cambiamenti della storia. Nel pieno rispetto di visioni differenti e in dialogo con tutti, il dovere della Chiesa è di continuare a proporre il messaggio biblico e il dovere di noi credenti è fare di tutto per vivere e testimoniare la bellezza della nostra fede, nel concreto della vita quotidiana, nella semplicità e nell’amore reciproco.

Solo l’amore rende uomo e donna simili a Dio
Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, affresco di Romano Stefanelli nell’abbazia di Montecassino.

Il progetto di Dio sull’uomo. La nostra riflessione muove dalla Genesi (2,18-24), perché nel suo insegnamento (Mc 10,2-16) Gesù ha riaffermato autorevolmente la visione dell’uomo e della donna che leggiamo nelle prime pagine bibliche. L’uomo è fatto per vivere in relazione; la prima preoccupazione di Dio è aiutarlo a venir fuori dalla solitudine: «Non è bene che l’uomo sia solo». La solitudine viene superata in due tappe. Dapprima l’uomo scopre il fascino dell’universo che lo circonda. Ma non gli basta. Solo la donna, l’unico essere “simile a lui” pone fine alla solitudine e rende l’uomo davvero simile a Dio, capace di dare vita. Come riaffermato recentemente dal Papa, questa visione antropologica è vincolante per la Chiesa.

La famiglia è l’unico argine al dramma della solitudine. Come leggiamo in Amoris laetitia (12-13), c’è una stretta correlazione tra la crisi dell’uomo contemporaneo e la crisi della famiglia. La solitudine dell’uomo non può essere placata né dalle cose né dagli animali. Con una espressione paradossale, possiamo dire che nemmeno il fatto di essere “padrone del mondo” riusciva a rendere Adamo felice. Per sentirsi realizzato aveva bisogno dell’incontro con un volto umano, con il “tu” della donna, che solo riflette l’amore divino ed è «il primo dei beni, un aiuto adatto a lui e una colonna d’appoggio» (Sir 36,26). Se questo rapporto si incrina, se il dialogo si spegne, se la donna è ridotta a idolo o merce, a soffrirne non è solo la donna, ma anche l’uomo: va in crisi la società.

Da questo incontro che guarisce la solitudine nasce nuova vita. Dramma della solitudine e calo della natalità sono associati. Certo pesano i condizionamenti sociali ed economici, ma in definitiva solo l’amore dà quel supplemento di coraggio e di speranza necessari per decidere di mettere al mondo una nuova vita e vivere i figli come gioiosi e rigogliosi virgulti d’ulivo (Salmo 127).

Lidia e Battista Galvagno

 

Banner Gazzetta d'Alba