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Addio a Lidia Bianco, la sindaca astemia che seppe valorizzare il Ruchè

Vino: Ruchè dribbla crisi, in un anno docg cresce dell'11,3%
Un'immagine delle colline astigiane dove sj produce il vino Ruchè.

CASTAGNOLE MONFERRATO Si è spenta a 78 anni Lidia Bianco, sindaca di Castagnole Monferrato per 25 anni, da sempre impegnata a valorizzare il vino locale e le bellezze del territorio. La sua lungimirante visione pose le basi per il successo enologico internazionale del Ruché. Verso la fine degli anni Settanta, con il parroco don Giacomo Cauda, si impegnò nella rivalutazione qualitativa del vitigno, fino a ottenerne nel 1987 la Doc, allora la più piccola denominazione d’Italia. Oggi il Ruché viene prodotto in sette Comuni dell’astigiano e nel 2010 ha ottenuto la Docg.  Ricorda Luca Ferraris, presidente dell’associazione produttori del Ruché «Ero  ragazzino e lei già mi parlava del potenziale del nostro vino, in cui ha sempre creduto e investito. La sua lungimiranza è stata fondamentale perché ha portato il riconoscimento della denominazione, primo passo per far conoscere le nostre colline in tutto il mondo. Il suo sogno era di vedere i diversi produttori riuniti con l’obiettivo di crescere assieme per far rifiorire il paese dopo l’industrializzazione degli anni ’60. Siamo fieri, come associazione, di aver contribuito a realizzare un suo desiderio».

Lidia Bianco, nonostante fosse astemia, amava il Ruché in quanto frutto più pregiato di una terra alla quale era profondamente legata. A lei si deve anche il premio culturale Castagna d’or, creato nel 1982 e che ha premiato oltre 200 personaggi illustri. Eletta nel 1978, ha guidato il Comune Monferrato fino al 1995, con un nuovo ultimo incarico dal 1997 fino al 2002, quando ha passato il testimone all’attuale sindaco Francesco Marengo.

 

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