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Famiglia Cristiana sceglie Mattarella come italiano dell’anno: «Ha ricucito il paese»

ALBA Famiglia Cristiana non ha dubbi: Sergio Mattarella è l’italiano dell’anno. «La scelta», spiega la direzione nell’editoriale che apre il numero in edicola da domani, «è dovuta non solo a quanto il capo di Stato ha trasmesso negli ultimi 12 mesi, segnati dalla pandemia e da altri problemi che hanno messo a dura prova le famiglie e l’equilibrio nelle relazioni sociali, ma soprattutto alla statura e allo spessore del messaggio che è riuscito a imprimere in tutto il settennato, spingendo sempre alla pacatezza e alla riflessione positiva l’intera popolazione persino nei momenti di maggiore incertezza o di aspri contenziosi, spesso ponendo un argine a pericolose derive populistiche».

Famiglia Cristiana sceglie Mattarella come italiano dell’anno: «Ha ricucito il paese»

«Con la sua guida ferma e gentile», puntualizzano il direttore, don Antonio Rizzolo, e i condirettori, Luciano Regolo e don Stefano Stimamiglio, «da vero garante della Costituzione e di tutti i valori cui è improntata, Sergio Mattarella è riuscito a ricucire gradatamente il senso dell’identità e della sicurezza nazionale, di un orgoglio patrio costruttivo, positivo e incline alla concordia internazionale che non ha nulla a che vedere con il nazionalismo becero e aggressivo».

Al Presidente della Repubblica Famiglia Cristiana dedica la copertina e tre servizi interni che ospitano, tra l’altro, un ritratto firmato dallo storico ed ex ministro Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. «Il Presidente», scrive Riccardi, «ha interpretato l’unità nazionale con le sue parole, pacate, non formali, con viaggi e incontri. Gli italiani hanno recepito, in maniera crescente, la rappresentatività della figura di Mattarella, scoprendolo come un interlocutore non solo della politica, ma della società e della vita quotidiana con le sue difficoltà. I suoi discorsi sono penetrati nella coscienza della gente comune in un periodo di distacco dalle istituzioni, evidenziato dall’astensionismo elettorale».

«Sentirsi rappresentati da una personalità non di parte (anche se con una sua storia politica e un’identità ben profilate)», osserva ancora Riccardi, «ha fatto bene agli italiani in un periodo sia di disaffezione politica che di gravi difficoltà per la pandemia del Covid-19. Il Presidente ha offerto, senza presunzione, alcune risposte importanti in un Paese attraversato da un profondo spaesamento. E la gente ha percepito tutto questo, mostrando affetto per l’uomo e dispiacere che non sia più al Quirinale».

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