Calderoni o Perosino: parte il totonomi per la Provincia di Cuneo

PIAZZA DUOMO Se per il Paese il 2022 sarà l’anno in cui salirà sul colle più alto il nuovo presidente della Repubblica, pure per la Provincia di Cuneo sarà l’inizio di un nuovo mandato alla guida di un vasto territorio.

Per quanto trasformate dalla riforma di Graziano Delrio in enti amministrativi di secondo livello, le Province hanno un ruolo centrale nella gestione delle aree loro affidate: basti pensare alla competenza sulla rete stradale o a quella sulle scuole superiori, ma anche su altri servizi essenziali per i diversi Comuni.

Un esempio è rappresentato dalla gestione del servizio idrico integrato, che nella Granda – come abbiamo spiegato nelle scorse settimane – rimane in attesa del passaggio di tutti i Municipi al gestore unico pubblico Cogesi.

Sarà per questo che, dopo l’elezione del nuovo Consiglio provinciale avvenuto a dicembre, lo sguardo è già puntato all’elezione del nuovo presidente.

La scelta della carica più importante non è avvenuta insieme al resto del Consiglio, perché quest’ultimo resta in attività due anni, mentre il presidente viene eletto ogni quattro e il suo mandato scade nel momento in cui chi lo ricopre viene meno dal ruolo di sindaco.

Così sarà nella tarda primavera di quest’anno, quando Federico Borgna terminerà il suo mandato da primo cittadino di Cuneo e allo stesso tempo dovrà passare il testimone di presidente della Provincia, incarico che ricopre dal 2014.

Sarà un’altra tornata elettorale per gli oltre 2.800 amministratori della Granda, mentre per i cittadini la primavera del 2022 costituirà il momento per eleggere non solo il nuovo sindaco del capoluogo, ma anche di città come Mondovì e Savigliano, oltre ad altri centri minori.

Calderoni o Perosino: parte il totonomi per la Provincia di Cuneo

Si tratta di un gioco di equilibri che sembra già essere entrato nel vivo. Tra chi ha le idee ben chiare sul futuro della Provincia di Cuneo c’è il sindaco di Alba Carlo Bo, che si definisce «da sempre un moderato, per il quale è importante dialogare con gli amministratori dello stesso territorio al di là delle ideologie, atteggiamento che però non tutti i politici condividono».

Forse per questo Bo, pur da opposte sponde politiche, spende parole più che positive sull’operato del presidente Borgna: «In questi anni, ho avuto modo di confrontarmi con una persona che ha messo al primo posto l’ascolto e la mediazione. Il fatto di appartenere a due schieramenti diversi ha mai rappresentato un ostacolo all’attività portata avanti, come dimostrano i risultati raggiunti: abbiamo sbloccato i fondi Crosetto per il terzo ponte, per fare un esempio. Per il dopo Borgna, serve una figura che sappia lavorare nello stesso modo: ci vuole un presidente moderato».

In questo quadro Alba non ha intenzione di stare a guardare: «Non lo dico con vena polemica, ma il nostro è un territorio che ha sempre dato tanto alla Granda e che ha indubbiamente un certo peso. Rispetto a quando si parlò della presunta rivalità tra l’ospedale di Verduno e l’hub di Cuneo, ritengo sia necessario invece superare le divisioni e muoversi per eleggere una figura che possa rappresentare tutti».

Anche perché, se il centrodestra sembrava partire male, le elezioni del nuovo Consiglio hanno restituito una situazione di sostanziale equilibrio con il centrosinistra, un dato di fatto di cui non si potrà non tenere conto.

Sul totonomi, al momento non sembra esserci nulla di certo, anche se diverse voci conducono al sindaco di centrosinistra di Saluzzo Mauro Calderoni e al sindaco di Priocca Marco Perosino per il centrodestra.

Tra i possibili candidati era uscito anche il mio nome, ma preferisco concentrarmi sul ruolo di sindaco», assicura Bo, che conclude: «Su eventuali candidature non sembra esserci alcuna ufficialità, ma questo è davvero il momento di avviare il confronto».

f.p.

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