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Acqua pubblica: Cogesi deve 54 milioni a Egea per il subentro

IL CASO Forse la questione non è stata risolta entro la fine del 2021, ma l’obiettivo resta chiudere la partita. Sull’ultimo numero del 2021 di Gazzetta d’Alba, il sindaco Carlo Bo ha palesato l’intenzione di trovare a stretto giro una soluzione per la gestione dell’acqua.

Lo scoglio resta: mentre il 60 per cento dei Comuni della provincia di Cuneo sono entrati in Cogesi – il consorzio pubblico a cui nel 2019 gli amministratori hanno affidato l’intera gestione del ciclo idrico – rimane un 40 per cento a gestione mista o privata.

In particolare, sono tre le società a cui le concessioni sono scadute e che proseguono la loro gestione “di fatto”, in attesa di risolvere il nodo del passaggio in Cogesi: Tecnoedil, Alpi acque e Alse, tutte partecipate dalla multiutily albese Egea.

Si parla quindi anche delle Langhe e del Roero: per 42 Comuni, Alba compresa, la depurazione è già gestita da Sisi, che fa parte di Cogesi. Ma l’acqua potabile albese rimane a Tecnoedil.

Se il sindaco ha parlato di un accordo per sbloccare la situazione, quali passi rimangono dunque da compiere? Lo abbiamo chiesto a Emanuele Di Caro, presidente di Cogesi.

Di Caro, ci sono novità?

«No, nulla che mi risulti. In ogni caso, a maggior ragione dopo l’esito dei ricorsi presentati dal Tribunale superiore delle acque, che ha riconosciuto la legittimità dell’affidamento in house a una società interamente pubblica, Cogesi prosegue la sua opera per completare il passaggio. Com’è avvenuto per Ireti, che gestiva il servizio idrico integrato a Sanfré e Ceresole, oltre all’acquedotto di Racconigi e Costigliole Saluzzo, l’iter prevede prima di tutto l’identificazione del valore residuo, cioè la cifra che il consorzio deve pagare alle società uscenti a fronte degli investimenti effettuati e non ancora ripagati dalle bollette. Dopo il pagamento di questa somma e una fase di affiancamento, si procede con il passaggio vero e proprio: Cogesi gestisce attraverso le società che ne fanno parte, visto che il nostro è un consorzio pubblico. Questa è la strada prevista dalla legge, che non può essere messa in discussione. Lo stesso si farà per Mondo acqua, le cui concessioni sono scadute con il 2021, per la quale deve essere ancora stabilito il valore residuo».

Nel caso delle tre società partecipate da Egea, a che punto siamo?

«L’ammontare del valore residuo, con delibera dell’Autorità d’ambito provinciale, è stato aggiornato lo scorso giugno. Per Alpi acque si parla di circa 7 milioni, per Alse di 1 milione e mezzo, per Tecnoedil la cifra ammonta a circa 46 milioni. Si tratta senza dubbio di somme superiori rispetto a quanto previsto per Ireti, per esempio, visto che siamo in un’area che copre un numero maggiore di Comuni e di popolazione».

Il sindaco di Alba Carlo Bo ha parlato di un accordo: quale scenario si può aprire tra pubblico e privato?

«Di certo c’è che, fino a quando non verrà pagato il valore residuo, la gestione dei privati proseguirà, ma non è possibile alcuna proroga delle concessioni, che sono già scadute. Si tratta solo di trovare la modalità con la quale verrà concretizzato il passaggio, come è stato per tutti gli altri territori. Se si parla di collaborazione pubblico-privata, non ci sono molti scenari immaginabili: come nel caso di Ireti, Cogesi può subentrare direttamente nella gestione, ma si può anche decidere di affidare aspetti specifici a una società identificata tramite una gara pubblica, come potrebbe essere per la manutenzione di una parte della rete. Al di là di questa modalità, che non intacca in alcun modo la gestione esclusiva del consorzio, non sono ipotizzabili altri scenari di collaborazione con il privato».

Francesca Pinaffo

Marello: ritardare il passaggio significa rinunciare a investire

Per il completamento del passaggio in Cogesi, la strada è chiara. Per concretizzarla, si fa spesso riferimento alla mancanza della volontà politica necessaria per completare l’operazione e forse la riunione programmata per la fine del 2021 o l’inizio del nuovo anno potrebbe rappresentare il punto di svolta.

Roberto Calderoni, sindaco di Saluzzo e presidente dell’Ato4, ribadisce il concetto: «I Comuni non possono sottrarsi alla partecipazione a Cogesi. Non c’è alcuna dissidenza possibile nel merito e nel metodo. A questo punto, si tratta unicamente di procedere alla progressiva convergenza tra le gestioni de facto dei privati e quella del consorzio, come è avvenuto di recente per la porzione del ciclo idrico in capo a Ireti e come si sta concordando per Mondo acqua».

Sul punto interviene anche Maurizio Marello, consigliere regionale che in veste di sindaco di Alba si espresse sempre a favore di una gestione totalmente pubblica del ciclo idrico: «Mi auguro che la situazione venga sbloccata al più presto, anche perché la strada da seguire è molto chiara, fin da quando gli amministratori del territorio si sono decisi a maggioranza verso una gestione interamente pubblica. Un aspetto che viene spesso dimenticato è che contestualmente è stato anche deciso un piano d’ambito che riguarda gli investimenti per i prossimi trent’anni: più si rimanda il passaggio in Cogesi, più si rinuncia a investimenti milionari che servirebbero ad ammodernare la rete idrica».

f.p.

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