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Comuni ricicloni: Bra stacca di 23 punti Alba

Aree ecologiche, importanti novità in vista

PATTUME Dal 1994, alla fine di ogni anno, Legambiente pubblica i dati relativi ai Comuni ricicloni, ossia quelli che hanno raggiunto i maggiori livelli di raccolta differenziata. La classifica contempla soltanto i Municipi giunti alla percentuale del 65 per cento di pattume selezionato, soglia minima indicata dalle direttive europee e recepita dal Parlamento italiano.

Secondo il rapporto 2021, i cui numeri si riferiscono al 2020, in Piemonte i ricicloni sono stati 603, ossia il 51 per cento. Al primo posto tra i cuneesi e tra i primi in regione, spicca Bra, città in cui la percentuale è attestata al 90,78 per cento di raccolta differenziata, con una quantità di residui non differenziabili di 66,3 chilogrammi per abitante.

Comuni ricicloni: Bra stacca di 23 punti Alba

Grazie a questi due dati, Bra è uno dei 121 centri piemontesi definiti, sempre da Legambiente, “rifiuti free”. La città della Zizzola, Cossato (Biella), Borgomanero (Novara) e Poirino (Torino) sono gli unici centri con più di diecimila abitanti ad aver raggiunto il traguardo.

Nella Granda, provincia in cui la raccolta differenziata si attesta in media al 70,7 per cento, il consorzio migliore da questo punto di vista è il Coabser (Consorzio albese-braidese servizi rifiuti, che ha discarica e impianti a Cascina del mago, a Sommariva Perno), di cui fanno parte 54 Comuni di Langa e Roero, incluse le due città: qui la percentuale arriva al 74,4, con 44 chilogrammi per abitante di residuo secco prodotto.

Considerando tutta la regione, il Coabser si piazza al terzo gradino del podio dopo il Consorzio gestione rifiuti medio Novarese e il Consorzio chierese per i servizi, rispettivamente con l’85,2 e l’81,8 per cento di materiali differenziati.

Dopo Bra, in provincia di Cuneo le prime otto posizioni sono occupate da Municipi soci del Coabser: troviamo Magliano Alfieri, con l’88,06 per cento di differenziata e un residuo indifferenziato pari a 106,90 chilogrammi per abitante; Pocapaglia, dove il vicesindaco è anche il presidente del Coabser Giuseppe Dacomo (87,13 per cento di differenziata e 59 chilogrammi per abitante di residuo secco); Piobesi, che incrementa la quota di pattume recuperato del 13,6 per cento rispetto al 2019, portandosi all’87,02 con 67,4 chilogrammi pro capite di rifiuti indifferenziati; Castiglione Falletto (86,67 per cento e 82,2 kg a testa); Govone (85,8 per cento – incremento del 14,12 – e 71,6 kg); Marene (85,52 per cento e 69,3 kg) e Verduno (85,42 per cento e 133,80 kg).

Farigliano è il primo Comune del consorzio Acem (azienda consortile ecologica monregalese) con 83,89 per cento di differenziata e 105,1 chilogrammi per abitante di frazione non separabile.

Tra i primi venti cuneesi troviamo Grinzane (decimo posto, con 83,43 per cento di rifiuti differenziati e 67,8 chilogrammi per abitanti di residuo secco); Barolo (dodicesimo con 83,15 e 115,8 kg); Vezza (tredicesimo con 81,65 e 83,6 kg); Montelupo (quindicesimo, con 79,66 e 78,8 kg); Roddi (diciassettesimo, con 79,59 e 100,6); Barbaresco (diciottesimo, con 79,53 e 115,1 kg); Cossano (diciannovesimo, con 79,48 e 111,2) e Neive (ventesimo, con 79,24 e 90,7 kg).

Alba è invece molto più giù, 104esima, e registra solo il 67,06 per cento di rifiuti differenziati e ben 239,8 chilogrammi per abitante di scarti non recuperabili.

Per questo, come abbiamo spiegato la scorsa settimana, il Comune intende avviare un nuovo approccio con varie iniziative.

A livello regionale il dato non è molto confortante: la raccolta differenziata si ferma al 64,5 per cento, cioè a un passo dalla soglia minima voluta dall’Ue. Maglie nere sono Alessandria e Torino, bloccate rispettivamente al 61 e al 59,3 per cento.

Considerando il peso demografico della città della Mole, è indubbio quanto questo possa influire sul totale regionale in termini di rifiuti prodotti. Nonostante una diminuzione del riciclaggio dell’1 per cento tra 2019 e 2020, l’aumento dal 2017 è stato comunque di 8,7 punti percentuali. In Italia, peraltro, la capacità di differenziare si ferma intorno al 61 per cento.

Davide Barile

Il turismo pare uno dei responsabili dello stallo sotto le torri, ma si può recuperare

PATTUME Secondo Italo Sobrero, responsabile dell’Ufficio ambiente del Comune di Alba, il dato cittadino sulla raccolta (differenziata e no) dei rifiuti «può essere influenzato, soprattutto per quel che riguarda il residuo secco, dagli elevati flussi turistici.

A questo vanno sommate le trentamila persone che si recano in città per lavoro o studio ogni giorno, durante tutto l’anno.

Non siamo, comunque, ai livelli delle località balneari della Riviera ligure, dove si producono quantitativi impressionanti.

Sicuramente le attività commerciali e chi trae benefici dai flussi turistici dovrebbero collaborare maggiormente.

Le attività industriali, invece, non rientrano nel computo, poiché hanno accordi con le ditte private che si occupano dello smaltimento del loro pattume in discarica.

Con le novità che saranno introdotte ad Alba nei prossimi mesi, ossia il sacco dedicato e le sanzioni per i trasgressori che non seguiranno le indicazioni, contiamo di recuperare terreno nei confronti di altri Comuni, dove il regolamento è già in vigore da più tempo.

L’unico motivo per cui abbiamo iniziato soltanto adesso è legato al rinnovo del contratto con il Coabser».

L’ottimismo, comunque, sempre secondo Sobrero, si scontra con il fatto che i Comuni non siano tutti uguali e i risultati possano essere diversi.

Prosegue l’architetto: «Una soluzione di effetto pratico immediato potrebbe essere la riduzione o l’eliminazione dei cassonetti, con la previsione di aree per la raccolta in zone facilmente accessibili, lungo strade di passaggio e con un ampio parcheggio, utilizzabili anche da persone residenti altrove.

Ognuno, inoltre, dovrebbe impegnarsi a differenziare seriamente: in questo, bisognerebbe partire dall’educazione ambientale. In prospettiva, con la diminuzione della quantità di immondizia indifferenziata, potrebbe infatti calare anche la Tari.

In alternativa, i soldi risparmiati si potrebbero usare per migliorare la nettezza urbana».

d.ba.

Sovente molti materiali e persino alcuni ingombranti arrivano da fuori città, ma pesano sulla bolletta Tari pagata dagli albesi

PATTUME Non ne sono rimasti molti, ma alcuni cassonetti si trovano nelle zone periferiche, difficilmente controllabili e di passaggio.

A Madonna di Como sovente i contenitori per la carta e la plastica strabordano, «anche a causa di chi arriva da altre zone e non vuole recarsi alle isole ecologiche.

Ho visto anche qualcuno salire su da Ricca», spiega un residente. In strada Ghiglini, invece, usata come alternativa alla provinciale 429 da chi arriva ad Alba dovendo passare da Benevello, gli abitanti segnalano, di tanto in tanto, addirittura la presenza di rifiuti ingombranti: materassi, televisori, persino mobili.

«Gli operatori ecologici ritirano puntualmente tutto quanto, ma la maleducazione delle persone
non tiene conto del lavoro aggiuntivo che gli addetti devono svolgere.

Oltre al danno ambientale, per i contribuenti albesi questa situazione si traduce peraltro in aumenti
della bolletta, a causa del peso di questi rifiuti non differenziabili».

d.ba.

 

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