La Lisistrata di Amanda Sandrelli in Teatro a Bra

La Lisistrata di  Amanda Sandrelli in Teatro a Bra
Amanda Sandrelli e le altre interpreti di Lisistrata in scena

L’INTERVISTA Lisistrata sarà portata in scena al teatro Politeama di Bra domenica 16 gennaio alle 21 dalla compagnia toscana l’Arca azzurra: sono passati migliaia di anni, ma la satira di Aristofane sa ancora graffiare. Se, poi, il testo viene adattato da un regista come Ugo Chiti, allora lo spettatore non faticherà a riconoscere alcuni temi che ancora coinvolgono il genere umano.

Rappresentata per la prima volta al teatro di Dioniso, l’opera narra la vicenda di un gruppo di mogli ateniesi, spartane e di altre città che, stanche della continua lontananza dei mariti impegnati a farsi la guerra, decidono, capeggiate da Lisistrata, di praticare l’astinenza sessuale fino al termine delle ostilità. Dopo essersi radunate sull’Acropoli e aver trattato con un commissario nominato dagli uomini per far fronte al problema, alla fine il pacifismo trionfa, in un susseguirsi di allusioni e doppi sensi.

Sul palcoscenico braidese ci saranno Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci, Gabriele Giaffreda, Elisa Proietti, Lucianna De Falco e, nel ruolo della protagonista, Amanda Sandrelli.

Amanda, Lisistrata è un’opera attuale?

«Dopo quasi due millenni e mezzo, purtroppo, molti problemi continuano: ci sono ancora scontri tra maschi e femmine e le guerre non finiscono. Ugo Chiti ha cercato di rispettare e rispolverare il testo. L’idea iniziale dell’astinenza è, di per sé, molto divertente. Aristofane richiede l’esibizione di falli perennemente eretti, che nel nostro spettacolo sono rappresentati da manganelli. La comicità rende chiara la difficoltà che gli uomini sentono quando sono in preda a debolezze, soprattutto quando si sentono messi in discussione o ridicolizzati. I sottoposti del commissario sono soltanto dei cagnolini, mentre le donne che Lisistrata guida sono vere sorelle e parte coesa di un gruppo. Il finale è abbastanza aperto, non è lieto ma neanche tragico. Tanti temi sono attuali e tutto è trattato con leggerezza – che è diversa dalla stupidità – ironia e abilità, grazie alla somma dei talenti di Aristofane e di Chiti. Trovo che Lisistrata sia in grado di farti pensare e ti lasci qualcosa. Faccio parte della compagnia Arca azzurra da due anni, ho iniziato con La locandiera. Siamo nove attori accomunati da una grande intesa, mi piace entrare in gruppi già formati e riconosco che l’adattabilità sia un mio pregio».

Riguardo a un tema purtroppo ancora attuale come la violenza sulle donne, si possono trovare spunti in Lisistrata?

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L’attrice e regista Amanda Sandrelli

«Per sensibilizzazione sul tema è importante ed efficace trovare un modo per parlare agli uomini, essendo un loro problema. Lisistrata non risponde mai ai maschi con lo stesso tono violento, cerca sempre un punto comune e non si contrappone, perché vuole far capire che la guerra non è la soluzione. Penso sia necessario costruire qualcosa di diverso a monte, lavorando soprattutto sull’educazione dei bambini. L’esempio è importante, i miei figli mai hanno visto un uomo mancarmi di rispetto. Molti vivono l’emancipazione femminile come un affronto. A volte si sente dire “L’ha uccisa perché l’amava”, ma in realtà si trattava di possesso. Una donna deve riconoscere subito chi ha questo problema. E dobbiamo imparare a essere autonome, senza mai avere bisogno di un maschio per far fronte alle difficoltà. Pur non rendendo totalmente immuni, l’indipendenza economica è uno dei fattori determinanti. Lisistrata guida le mogli all’assalto del Partenone: oltre a essere un atto simbolico, è il luogo dove si conserva il denaro. Il commissario le accusa di volerlo rubare, ma esse replicano che, semplicemente, vogliono amministrarlo meglio. Mentre gli uomini sono in guerra, le donne stanno sempre da sole. Ecco che allora dire “non gliela diamo più”, negando loro la possibilità di usare quel fallo esibito come simbolo di potere, li mette in crisi. La commedia è ironica e divertente e le frecciatine sono continue. Dai tempi di Aristofane sono stati fatti moltissimi passi avanti, ma evidentemente non riusciamo a camminare le une di fianco agli altri. All’epoca si rideva del fatto che le donne avessero un’opinione: questo, almeno, ora è accettato».

Non è la prima volta che viene da queste parti.

«In almeno un paio di occasioni sono già stata a Bra. Faccio fatica a ricordare, ma appena rivedo i posti li riconosco all’istante. Mi piace recitare in Piemonte, dicono che voi siate più freddi, ma questo stereotipo sicuramente non include il teatro. Conosco le abitudini del pubblico da Bolzano a Palermo, il vostro è educatissimo e, durante lo spettacolo, non lo senti fiatare. Alla fine, però, si scioglie in un grandissimo applauso, molto più che al Sud. In questo momento, poi, è molto emozionante vedere le persone in sala. Viviamo in un periodo di paura e incertezza, ma mantenere una vita sociale è fondamentale».

Davide Barile

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