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Sedici posti per il Servizio civile di cooperativa Alice

Servizio civile alla Cooperativa Alice: 16 posti disponibili

GIOVANI La cooperativa Alice è nata nel 1981 in provincia di Torino e da allora ha inaugurato, soprattutto nell’Albese, diverse strutture operanti nel settore dell’assistenza sociale.

Anche per questo ente, i giovani dai 18 ai 28 anni potranno inoltrare, fino alle 14 di mercoledì 26 gennaio, la domanda per partecipare al Servizio civile.

Sono sedici i posti disponibili, suddivisi in cinque progetti. Per il recupero di persone con problemi di tossicodipendenza e in emergenza abitativa sono attivi i centri Casa Pina di corso Canale ad Alba, il Tavoleto in frazione San Rocco Seno d’Elvio e Neutravel di Grugliasco.

Le donne in difficoltà trovano assistenza ad Alice mamme e bambini di Trezzo Tinella.

La cooperativa gestisce gli asili nido Il fiore di viale Masera, Zucchero filato di Ceresole, I cuccioli di Vezza e Arcobaleno di Castagnito.

Le persone con disabilità sono accolte ai centri diurni Il coccio e la tela di corso Coppino, Principe ranocchio di Canale e Rosaspina di Sommariva del Bosco. Infine, l’assistenza ai migranti è fornita nelle case di corso Canale e strada Occhetti ad Alba e via Bonino a Bra.

Si può chiamare lo 0173-44.00.54 o scrivere a info@coopalice.net.

Davide Barile

Antonio Galluccio Mezio applica le proprie conoscenze

L’albese Antonio Galluccio Mezio, classe 1996, dopo la maturità scientifica si è iscritto al Politecnico di Torino, dove si sta per laureare in design e comunicazione visiva.

«Sto svolgendo il servizio civile al centro diurno Il coccio e la tela, dove mi occupo dell’assistenza ai disabili. Sono stati alcuni amici a suggerirmi di tentare quest’esperienza: devo dire che l’idea mi ha intrigato parecchio, ho voluto prendermi un anno per uscire dalla mia zona di comfort. Il bilancio è molto positivo, anche se molto diverso da quel che mi immaginavo» spiega.

Tra le attività che Antonio svolge, ve ne sono alcune che hanno a che fare con il suo percorso di studi.

Prosegue il giovane: «Ci occupiamo della gestione del centro, dalla preparazione dei pasti alle pulizie, ma anche dei laboratori di tessitura e ceramica, che mi hanno permesso di mettere in pratica le mie esperienze di designer. Gli ospiti seguono le proprie attitudini e partecipano a un laboratorio o a un altro. Le loro creazioni, poi, sono vendute. Nel periodo natalizio hanno realizzato portachiavi, cartoline, borse, braccialetti e collane».

d.ba.

Monica, che aiuta il reinserimento delle neomamme

“Forte come una donna” è il nome del progetto a cui partecipa Monica Marcarino di Trezzo, nata nel 1997.

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Pur operando nella comunità Alice mamme e bimbi, che si trova nel suo stesso Comune di residenza, non è stata la vicinanza a influenzare la sua scelta.

Racconta Monica: «Dopo il liceo classico, mi sono laureata in scienze dell’educazione a Torino. Durante il percorso di studi ho svolto un tirocinio curricolare in un centro culturale per l’arte e la creatività, nella periferia del capoluogo regionale, dove si svolgono attività per bambini. Sono venuta a contatto con una realtà multiculturale e questo mi ha insegnato molto. Ho iniziato il Servizio civile pochi mesi dopo la laurea, mi è sembrata una buona opportunità per poter approcciare il mondo del lavoro in punta di piedi, visto che mi piace fare le cose con calma. Soprattutto nell’ambito sociale, a fare il passo troppo lungo si rischia di fare del male a sé stessi e agli altri».

Nella comunità, che accoglie mamme con problemi di tossicodipendenza, i compiti da svolgere includono la gestione della casa, l’accompagnamento delle donne negli ambulatori medici e negli uffici, la sorveglianza e l’accudimento dei pargoli.

Prosegue l’obiettrice: «Pur avendo preparato una tesi sulla relazione tra mamma e bambino, questo ambito specifico non l’avevo ancora approfondito. Mi sono trovata molto bene, ma mi rendo conto che, per partecipare, occorra essere molto motivati. Pur essendo retribuito, il Servizio civile va inteso come volontariato».

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Federica vorrebbe lavorare nell’assistenza sociale

Federica Bastardi, albese nata nel 1998, ha iniziato a pensare al Servizio civile quando le mancavano ancora alcuni esami per laurearsi in servizi sociali, facoltà a cui si era iscritta dopo aver frequentato il Cillario Ferrero a indirizzo sociosanitario.

Sedici posti per il Servizio civile di cooperativa Alice 1«Ora sto preparando la tesi, ho voluto fare quest’esperienza di un anno per capire se ciò che stavo studiando fosse realmente quel che volevo fare nella mia vita» spiega.

Fino a maggio sarà volontaria a Casa Pina, dove si sta occupando del recupero di tossicodipendenti e dell’assistenza alle persone in emergenza abitativa. In tutto, gli ospiti sono una ventina. «Penso che aiutare le persone in difficoltà senza avere la stessa responsabilità di un assistente sociale sia una grande opportunità di crescita. Con gli ospiti si è creato un bellissimo rapporto, sto a contatto con loro anche nel tempo libero e li accompagno a fare la spesa o nei luoghi che hanno piacere di visitare. A Natale abbiamo organizzato una tombola e ogni tanto guardiamo un film tutti assieme. Gli operatori mi hanno dato fiducia, insieme agli altri volontari partecipiamo alle riunioni operative dove si decidono le attività pratiche».

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Elisa ha voluto capire come funziona una realtà nel settore

All’asilo nido di Ceresole il posto da volontaria di Servizio civile è occupato da Elisa Rubini, braidese nata nel 1998.

Sedici posti per il Servizio civile di cooperativa Alice

«Ho frequentato il liceo delle scienze umane a Fossano e, ora, sono all’ultimo anno del corso universitario per diventare educatrice professionale. Dopo varie esperienze nell’ambito sociale ho voluto provare a entrare in contatto con una realtà diversa. Nella scelta, sono stata consigliata da alcuni amici. Escludendo il rapporto con i genitori, svolgo esattamente le stesse attività delle educatrici, dalla cura all’assistenza dei sedici bambini iscritti. Giudico questo periodo estremamente positivo, ho avuto modo di crescere, diventare più responsabile e capire come funziona il mondo del lavoro. Spero di trovare in futuro un lavoro in questo ambito» ha spiegato Elisa.

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A Sara il servizio civile l’ha aiutata a rimettersi in gioco

Sara Genta ha 29 anni ed è diplomata al Da Vinci di Alba, indirizzo scienze sociali.

Dopo la maturità ha iniziato a lavorare nel mondo della ristorazione, dove prosegue tuttora.

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Partecipare al Servizio civile è stato, per lei, anche un’esigenza. «Nonostante apprezzi il mio lavoro, da qualche anno ho iniziato a rimpiangere il fatto di non aver proseguito negli studi, poiché mi sarebbe piaciuto moltissimo lavorare nel sociale. Con la pandemia è venuto fuori il coraggio che mi mancava e, per svolgere un’esperienza in questo ambito, ho inoltrato la domanda per il progetto relativo all’accoglienza e all’integrazione dei migranti. Mi occupo prevalentemente di accompagnare gli ospiti di Casa Pina negli uffici, dal medico e alla scuola di italiano. Con alcuni di loro abbiamo avviato un corso di cucina. Non so ancora a cosa mi porterà quest’esperienza, ma per ora mi sta facendo capire quanto sia complicato, per ogni persona straniera in attesa di documenti, raggiungere degli obiettivi, anche a causa di una burocrazia che non aiuta. Nonostante questa sensazione di frustrazione, sto avendo molte soddisfazioni, soprattutto da parte degli utenti, i quali mi permettono di crescere umanamente. Il nostro è uno scambio alla pari, che sicuramente mi aiuterà a capire in che direzione andare e cosa vorrò fare da grande. Tempo fa ci hanno chiesto di realizzare un video per sponsorizzare il prossimo bando del Servizio civile e io ho scelto di riassumere la mia esperienza usando i versi di Giorgio Gaber “La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione”».

d.ba.

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