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Demolizione del campo Gallizio ad Alba: «Numerose famiglie nomadi hanno trovato un’abitazione»

Campo nomadi: la patata bollente passa a Carlo Bo

ALBA L’ultima volta se n’è parlato la scorsa estate, quando l’opposizione di centrosinistra ha chiesto delucidazioni sull’avanzare delle procedure. Da quel momento, non ci sono stati aggiornamenti sulla demolizione delle strutture in muratura del campo nomadi Pinot Gallizio di Alba, con il relativo trasferimento degli abitanti.

A fare il punto è il sindaco di Alba Carlo Bo: «Il tema è sempre molto delicato, perché non si tratta della semplice demolizione di case abusive: a essere coinvolte sono famiglie, con bambini o persone che sono nate e hanno sempre vissuto nel campo. Per questo, da subito abbiamo deciso di seguire la strada del dialogo, muovendoci di pari passo con i Servizi sociali, per supportare le persone a trovare nuove sistemazioni». La questione della demolizione delle case del campo nomadi albese, fondato negli anni Sessanta a partire dalla spinta dell’artista Pinot Gallizio, si protrae da più di dieci anni, con le prime sentenze di demolizione emesse dal Tribunale.

I motivi sono svariati e vanno dalla costruzione abusiva all’allacciamento non autorizzato alle reti del metano, per non parlare della pericolosità di vivere in un’area esondabile, vista la vicinanza al Tanaro. Nel corso degli anni, tutte le Amministrazioni hanno cercato di trovare soluzioni, ma ogni progetto è rimasto al palo: dall’ipotesi dello spostamento del campo in zona Vivaro ai fondi stanziati dall’Esecutivo guidato da Maurizio Marello nel 2015 per la demolizione degli edifici abusivi, con l’affidamento dei lavori a una ditta di Perugia, che però li ha mai realizzati.

Prosegue il sindaco Bo: «Nell’ultimo anno sono proseguiti gli incontri con gli abitanti, con il costante supporto del consorzio socioassistenziale. Purtroppo la pandemia e i vari lockdown non hanno favorito la situazione, ma abbiamo fatto molti passi in avanti: diverse famiglie di nomadi, anche di loro iniziativa, si sono trasferite in diversi alloggi. Con le altre, stiamo proseguendo con lo stesso approccio, per fare in modo che tutti abbiano una casa prima di demolire».

Ma una volta che le strutture saranno abbattute, che cosa ne sarà dell’area? «Verrà riqualificata», dice Bo. Al vaglio, pare ci sia la costruzione di piazzole per roulotte o altre soluzioni mobili. Il Comune si sta comunque confrontando con i diversi enti coinvolti. La certezza è che il campo nomadi non verrà spostato in un’altra zona cittadina, un’ipotesi di cui si era parlato in passato: «È un’idea tramontata, anche perché vorremmo portare avanti un modello sempre più inclusivo», chiosa il sindaco di Alba.

Francesca Pinaffo

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