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Il punto sul Covid: negli ospedali ricoveri sotto la soglia di allerta arancione

L'aggiornamento delle cifre: 611 guariti in più in Piemonte 1

PANDEMIA Dal pre-report settimanale del Ministero della salute-Istituto superiore di sanità arrivano nuovi segnali che la pandemia sta rallentando.

Questa volta riguardano la pressione ospedaliera, rientrata sotto le rispettive soglie di allerta arancione sia nella terapia intensiva, dove l’occupazione dei letti è scesa dal 21,8% al 18,5%, sia nei reparti ordinari, dove è passata da 31,1% al 29,3.

I dati riguardano la settimana dal 24 al 30 gennaio e negli ultimi due giorni il numero dei pazienti Covid in ospedale è sceso di 106: il bollettino di giovedì 3 gennaio dell’Unità di crisi della Regione riporta -9 in terapia intensiva, -50 negli altri reparti.

«Continua la discesa della curva del contagio, ma manteniamo alta l’attenzione e andiamo avanti con la campagna vaccinale», commentano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla sanità Luigi Genesio Icardi. Tra le iniziative varate due open day vaccinali rivolti alle donne in gravidanza o in fase di allattamento: il primo è in programma domenica 6 febbraio, in una ventina di hub in tutto il Piemonte, il secondo il 6 marzo.

Si è anche tenuta la riunione dell’osservatorio Covid sulla scuola, voluto dal presidente Cirio «per promuovere un confronto inter-istituzionale tra la Regione, l’Usr, i Sisp delle Asl e la commissione salute del Consiglio regionale».

L’incontro è stato dedicato alle nuove misure decise dal Governo.

«Queste nuove disposizioni – commenta Cirio – rappresentano il primo risultato delle semplificazioni che le Regioni hanno chiesto con forza per settimane. Non era pensabile proseguire con le regole attuali, che hanno creato una grande confusione tra le famiglie e imposto uno sforzo enorme al sistema sanitario. Regole per di più poco efficaci per garantire la scuola in presenza e, soprattutto, la giusta differenziazione tra vaccinati e no. Chi vaccina i propri figli – prosegue Cirio – compie un gesto di responsabilità e di fiducia, perché si affida alla scienza, ed è giusto che questa fiducia venga premiata e ripagata. Significa lasciare che un bambino vaccinato possa andare a scuola, in sicurezza, esattamente come viene consentito a un adulto di andare al lavoro».

Ansa

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